di PIERO LADISA – Michael Platini è stato uno dei più grandi fuoriclasse che la Serie A abbia potuto annoverare tra le proprie fila nel corso degli anni ’80, Eldorado di un calcio che manca maledettamente al nostro movimento.
Al regista francese il connazionale Jean-Philippe Leclaire, caporedattore dell’Èquipe Magazine, nonché uno dei più influenti e apprezzati giornalisti sportivi transalpini, ha dedicato una biografia dal titolo “Le Roi. Gloria e onta di Michael Platini” (edizioni 66thand2nd, pp. 451, € 25).
Con un’accurata ricerca di particolari e di aneddoti, che offrono al lettore interessanti punti di vista, Leclaire ripercorre la vita e la carriera professionale di Platini. Dagli esordi nel Joeuf, la squadra della sua città, passando per Nancy e Saint-Etienne fino ad arrivare alla definitiva consacrazione nella Juventus. Con la squadra bianconera, nonostante un difficile adattamento alla realtà torinese, vince tutto riuscendo anche ad aggiudicarsi il Pallone d’Oro per tre anni consecutivi (1983-1984-1985). Sotto la Mole porta anche quella Coppa dei Campioni conquistata dalla squadra bianconera contro il Liverpool, nell’inferno dell’Heysel il 29 maggio 1985, decisa proprio da un suo calcio di rigore.
Meno fortunata invece la carriera dietro la scrivania, preceduta da esperienze poco felici in panchina, travolta dallo scandalo del Qatargate e dalla scoperta di una fattura sospetta di 1,8 milioni di euro pagata dall’allora presidente della FIFA Joseph Blatter allo stesso Platini (all’epoca numero uno della Uefa) per presunti incarichi di consulenza svolti tra 1999 e 2002.
Sospeso per otto anni dal comitato etico della Fifa, lo scorso maggio Platini è stato completamento scagionato dalla magistratura svizzera dall’accusa di corruzione. Il francese è tornato così a rivedere la luce dopo anni difficili. Il mondo del calcio, a cui ha dato tanto deliziando gli appassionati con le sue mirabili gesta in campo, è pronto a riaccoglierlo.
