Dal vangelo secondo Matteo, l’altra strada di Renzi


di FRANCESCO GRECO - Cita Papa Francesco (“E’ la paura che ci rende pazzi”) e Corrado Alvaro, poi Oscar Wilde, Orwell, Camus, Karl Kraus, Kierkegaard, Pasolini, Peguy, Bersani (Samuele). I grandi poeti Hikmet e Holderlin. A un certo punto esce dall’aplomb e quasi brandisce Leonardo a mò di sibillina minaccia: “Ogni torto si drizza”.
   
Fa autocritica sul passato, randella gli opportunisti adusi a balzare sul carro dei vincitori, “senza mai spingerlo”, appoggiandosi ad Andreotti, dice di non portare rancore nonostante la tragedia del padre, blandisce i Millenials responsabilizzandoli, relativizza le fake news e sferza i giornalisti, vetriolo sull’improvvisazione di populisti e sovranisti (la narra quasi come una specie antropologica), randella la Bestia dietro Salvini e la piattaforma Rousseau (la dipinge come un’ombra sul parlamento), vagheggia un futuro all’insegna del riformismo, quello dei “valori”, a cui vuol dare un’anima: in certi snodi fa intravedere una metempsicosi del Rinascimento.
  
Il Renzi che non ti aspetti vola alto, cita i grandi d’ogni tempo, argomenta sereno come chi ha elaborato il lutto, si dà nuove sfide. 
  
Giunti all’ultima pagina, la domanda nasce spontanea: la sua “strada” incrocia quella di Zingaretti, sciapo neo-segretario Pd che non emoziona cuori né folgora menti, per far uscire – se questa è la sua mission - la sinistra dall’angolo acuto in cui si è tafazzianamente chiusa? Magari prendendo lezioni dai socialisti spagnoli? O è distante? Misteri di Samotracia. 
   
Una certezza c’è: se qualcuno pensava che a 44 anni - quando ci sono in giro vispe ottantenni coi jeans sdruciti e tempeste ormonali – il senatore Renzi si eclissasse (autorottamasse), (“Un’altra via”. Idee per l’Italia di domani, Marsilio, Venezia 2019, pp. 240, euro 16, collana “Nodi”), svelto com’è nel suo stile decisionista, testimonia, al di là di ogni ragionevole, e irragionevole dubbio, che vuol tenere la scena, e magari tornare quando la “nuttata” populista scolorirà (“ho molti futuri davanti a me”).
   
Dagospia dice che gira, incontra, crea link e like, cerca denari. Il libro è ben scritto, senza sbavature, con una “visione” del mondo, l’economia, la finanza, l’ambiente, la globalizzazione.

E’ in classifica, e ciò svela un interesse popolare e un’ipotesi di “nostos” (partito personale? Pd?). Ne sapremo di più il 27 maggio. Nel frattempo leggere le sue riflessioni è utile e fa bene alla mente e al cuore. 

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