Lettera: quando la sanità funziona!

BARI - Le lamentele nel campo della sanità non finiscono mai, troppe cose non vanno, ma se un servizio funziona è doveroso darne atto pubblicamente. Solitamente l’automedicazione è sconsigliata, ma nel presente caso ha salvato una vita.

Una donna di 83 anni che aveva effettuato una visita dal proprio medico di base nel maggio 2019 (che non effettuava controllo pressorio), scopriva 20 giorni dopo, grazie al sottoscritto che controllava pressione e ritmo cardiaco, di scoprire una bradicardia che grazie ad un amico cardiologo (in pensione), consigliava l‘Holter (elettrocardiogramma dinamico che permette di effettuare una registrazione dell’attività elettrica del cuore nell’arco di 24-48 ore), e dopo una settimana si aveva il risultato con consiglio di “Ricovero urgente in cardiologia”!

A questo punto entra in gioco la preoccupazione e l’ansia, si tratta del cuore che rallenta i battiti. Che fare per velocizzare i tempi? Grazie al citato amico cardiologo e ad un altro amico otorinolaringoiatra, in servizio nello stesso Policlinico, si attivavano per un posto-letto che reperivano nell’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria del Policlinico di Bari, diretta dal prof. Stefano Favale che, in meno di 24 ore, impiantavano con successo un “pacemaker” (stimolatore cardiaco che genera impulsi che trasmette al cuore, per farlo funzionare correttamente).

Non si può fare a meno di ringraziare e di elogiare l’attività di tutti gli operatori (di qualsiasi livello), dell’Unità Operativa Cardiologica Universitaria, che si sono subito attivati, dando la massima disponibilità e rapidità in fatto di accoglienza e, soprattutto gentilezza, che soddisfano appieno le ansie, le preoccupazioni e le aspettative dei pazienti in momenti drammatici che mettono in gioco la propria vita.

È doveroso testimoniare, in questo caso, a tutti gli operatori di ogni ordine e grado di questa struttura, insieme alla mia gratitudine e riconoscenza, per aver risolto in tempi brevi il caso della paziente 83enne.

Una considerazione: spesso i medici di base tralasciano di controllare i valori pressori degli assistiti se non espressamente richiesti dagli stessi e, secondo me, è un fatto grave, dovrebbe essere una routine ogni volta che il paziente si presenta nello studio del proprio medico. Anche così si può salvare una vita!

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