Bologna 2 agosto 1980, una strage con più menti e mani?


di NICOLA ZUCCARO - Bologna  2 agosto 1980. Alle 10.25, come segnato dall'orologio, un potente ordigno conservato in una valigia lasciata nella sala d'aspetto della stazione ferroviaria esplode provocando 85 morti e 200 feriti. Viene così funestato il primo sabato del mese tradizionalmente riservato alle vacanze da un attentato che, a tutt'oggi, viene ritenuto il più grave nella e della storia repubblicana, seguito da quelli di Piazza Fontana, Piazza della Loggia a Brescia e del Treno Italicus. A 39 anni di distanza, e in vista del quarantesimo anniversario, resta ancora senza risposta la seguente domanda: chi progettò e chi eseguì la strage presso Bologna Centrale?

In attesa della desecretazione degli atti, chiesta dall'ex parlamentare pugliese Gero Grassi, l'ipotesi che resta in piedi è quella di un attentato progettato, concertato ed eseguito da più menti eversive e accomunate dalla volontà di destabilizzare l'ordine costituzionale in quell'Italia che nel 1980 era un giovane Repubblica. Dai Nar ai Servizi Segreti deviati (presumibilmente afferenti all'organizzazione paramilitare Gladio), passando per la Banda della Magliana che, per quanto "romana" di nascita, fu in quel tragico 2 agosto bolognese d'adozione (è quanto ricordato nel film Romanzo Criminale) per il supporto logistico fornito nell'organizzazione dell'atto terroristico, l'elenco dei partecipati potrebbe estendersi oltre i confini italiani.

Una compartecipazione estera motivata dal sostegno di altre organizzazioni terroristiche internazionali. Fra esse l'estrema destra presente nell'allora Germania occidentale. Il condizionale precedentemente utilizzato è obbligatorio perchè i Misteri italiani restano irrisolti per le continue e innumerevoli rivelazioni. 
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