Emiliano lancia "CON", Longo: “Un movimento semplice, aperto e inclusivo"

BARI - “Un movimento semplice, aperto, inclusivo e che potrà coinvolgere chiunque senza distinzioni partitiche, politiche e soprattutto senza il rancore, che spesso diventa odio per l’avversario, che ancora caratterizza molti approcci zeppi di obsolete ideologie". Con queste parole il vicepresidente del Consiglio regionale pugliese, Peppino Longo, accoglie il nuovo soggetto politico, “Con”, lanciato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

“Non basta vincere le elezioni – spiega Longo – ma è poi necessario governare bene i territori, forti del valore aggiunto delle iniziative e dei progetti di tutti coloro i quali vogliano partecipare a un ampio progetto di sviluppo della comunità”. Il vicepresidente sottolinea come “una opposizione fine a se stessa, una polemica spinta non da reali convincimenti ma sovente strumentale e dettata solo dalla linea del partiti di appartenenza e dalle perenni campagne elettorali, siano elementi che non solo non giovano all’idea di politica giusta e al servizio del territorio, ma rappresentino una reale forma di contrasto allo sviluppo dello stesso e allontanino sempre di più i cittadini dalla partecipazione attiva e dal basso dell’amministrazione della cosa pubblica. E non mi si parli di pericolo qualunquismo – aggiunge Longo – perché così si fa il gioco di chi sta spingendo sempre più in alto populisti e sovranisti. Fa bene Emiliano a chiedere ai giovani – i grandi assenti della Terza Repubblica - di scendere in campo, di studiare, di provarci raccogliendo quelle indicazioni interessanti che quotidianamente giungono a livello locale e nazionale e che sarebbe assurdo non cogliere. Del resto “uno Stato non è veramente democratico se non è a servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità”. Sono le parole che Aldo Moro pronunciò in Assemblea Plenaria il 13 aprile 1947, più di settant'anni fa, e che oggi stanno prepotentemente tornando di attualità”.
Nuova Vecchia

Modulo di contatto