Manovra: Def alla prova del Senato, nodo bonus per i figli

ROMA - C'è il via libera della commissione Bilancio del Senato alla nota di aggiornamento al Def. Oggi il provvedimento sarà all'esame dell'Aula di Palazzo Madama a partire dalle 9.30.

Piovono critiche intanto sulle entrate coperture legate alla lotta all'evasione fiscale. Le istituzioni infatti non sono convinte dalla scommessa giallorossa di maxi entrate per oltre 7 miliardi da questo fronte. Dalla Banca d'Italia alla Corte dei Conti fino all'Upb, che pure ha validato la cornice della prossima legge di Bilancio, arrivano numerose perplessità sulle aspettative di gettito, anche perché le misure, osservano, non sono definite.

La stretta sulle false compensazioni tra crediti e debiti su fisco e contributi Inps, secondo il presidente dell'istituto Pasquale Tridico, potrebbe portare "fino a 5 miliardi". La strategia contro le indebite compensazioni si baserebbe sull'incrocio dei dati in una nuova piattaforma Inps-Inail-Agenzia delle Entrate da mettere in campo, già da inizio gennaio. Ma è difficile che l'intera cifra possa essere indicata tra le coperture effettive della manovra, anche se Tridico ha presentato le sue simulazioni direttamente al premier, Giuseppe Conte, e al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.

Un altro nodo ancora irrisolto è quello dell'assegno unico per i figli che non si può adottare toccando gli 80 euro. Ma la maggioranza insiste e chiede, nella risoluzione alla Nota di aggiornamento al Def, che la misura arrivi subito, già con la prossima manovra, nonostante sia il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a lanciare l'altolà sulle ipotesi di declinare in chiave familiare il bonus Irpef voluto dal Governo Renzi. Se si vorrà perseguire la strada del riordino degli incentivi alla natalità e dei sostegni alle famiglie bisognerà però cercare altre vie.

E sarebbero necessarie altre coperture. Per ora, infatti, ci sarebbero al massimo 500 milioni da investire, in manovra, per abbattere le rette degli asili nido, costruirne di nuovi e portare a 10 giorni il congedo di paternità. Ma senza gli 80 euro all'appello mancano 10 miliardi. Il percorso resta quindi pieno di ostacoli.
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