Mittal conferma l'addio: "Scudo era presupposto essenziale"

ROMA - Sull'ex Ilva "è scattato l'allarme rosso. Per il governo il rilancio è una priorità e le richieste di ArcelorMittal sono inaccettabili". In una conferenza stampa notturna, convocata dopo dodici ore di riunioni e vertici dai toni anche drammatici, il premier Giuseppe Conte riassume quella che è una vera e propria guerra tra il governo e la multinazionale dell'acciaio. Ma sull'immunità restano intatte le tensioni nella maggioranza e nel Movimento Cinque stelle. "Lo scudo penale è stato offerto ed è stato rifiutato. Il problema è industriale", sottolinea il premier riferendo che dall'azienda è arrivata una richiesta di "cinquemila esuberi" e chiamando "tutto il Paese e le forze di opposizione alla compattezza".

E' terminato ieri il tavolo a Palazzo Chigi sulla vertenza ArcelorMittal. Presenti alla riunione il premier Giuseppe Conte, i ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri, Giuseppe Luciano Provenzano, Roberto Speranza, Teresa Bellanova e il sottosegretario Mario Turco. Per ArcelorMittal presenti il patron Lakshmi Mittal e il figlio Adyta Mittal. Alla riunione non ha partecipato l'ad di Arcelor Mittal Italia Lucia Morselli. L'azienda, intanto, ha avviato le procedure per 'restituire' 10.777 dipendenti.

Nel documento di retrocessione ad Ilva delle aziende e dei 10777 dipendenti spiega che il recesso del contratto deriva dall'eliminazione della protezione legale. La Protezione legale - si osserva - costituiva "un presupposto essenziale su cui AmInvestCo e le società designate hanno fatto esplicito affidamento e in mancanza del quale non avrebbero neppure accettato di partecipare all'operazione né, tantomeno, di instaurare il rapporto disciplinato dal Contratto".

Intanto è in corso davanti alla direzione dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva) di Taranto un sit-in di lavoratori e sindacati deciso dal consiglio di fabbrica permanente di Fim, Fiom e Uilm dopo l'annunciato disimpegno della multinazionale franco-indiana. Si attendono sviluppi dall'incontro tra governo e azienda, previsto in mattinata, convocato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

"Saremo inflessibili, proprietà rispetti termini contrattuali senza scuse". Così il premier Giuseppe Conte a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano.

"Arcelor Mittal ha deciso di andarsene da Taranto ancora prima" del cambio di governance che "ha il compito di traghettare la proprietà indiana fuori" dall'Ilva. Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che su Facebook attacca: "Il piano industriale dell'azienda è stato disatteso nei numeri, nella prospettiva di rilancio e non ha proiezione futura. Questo per via di errori macroscopici delle figure apicali e di contingenze macroeconomiche legate al mercato dell'acciaio" dazi, calo produttivo in Germania, crisi dell'automotive", afferma Patuanelli.

Matteo Renzi sarebbe al lavoro per una cordata alternativa ad Arcelor Mittal per la gestione degli ex stabilimenti dell'Ilva di Taranto, che coinvolgerebbe Jindal e Cdp. E' quanto riporta il quotidiano "La Repubblica" secondo il quale il leader di Italia Viva "è già al lavoro per un'alternativa".

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