Curiosità su un Decreto del 1949 del Sant’Uffizio contro il comunismo

di VITTORIO POLITO - Un opuscolo del 1949, firmato dal Sac. Erberto d’Agnese, professore di Teologia Morale nella Pontificia Facoltà Teologica del Seminario Arcivescovile di Napoli, (D’Auria Editore Pontificio), dal titolo “Il Decreto del S. Uffizio contro il comunismo”, ad uso di parroci e confessori, risponde ad alcuni quesiti posti all’epoca a proposito di comunismo.

Al primo quesito “È lecito iscriversi al partito comunista o favorirlo?”, la risposta è: “È illecito perché il comunismo è materialista e anticristiano”, poiché i dirigenti a parole dichiarano il contrario, ma “con la teoria e con l’azione, si dimostrano ostili a Dio, alla vera religione e alla Chiesa di Cristo”.

Al secondo quesito “È lecito pubblicare, diffondere, leggere pubblicazioni comuniste o scrivere in esse?”. Si legge: “È gravemente illecito, per sé, è peccato mortale: pubblicare, diffondere o leggere libri, periodici, giornali o fogli volanti, che sostengono la dottrina o la prassi del comunismo, o collaborare in essi con degli scritti”.

Ed ai giornalai è lecito vendere pubblicazioni comuniste? Il Decreto in questione parla di “diffusione” che è cosa diversa da “vendere”, poiché diffondere “indica un atto positivo; mentre vendere indica, un atto completamento negativo”, quindi in questo caso il giornalaio va assolto.

Il Decreto del Sant’Uffizio chiarisce anche molte altri quesiti, come la liceità ad iscriversi alla CGIL, all’UDI, o se “l’iscrizione ad un Partito comunista è un atto intrinsecamente cattivo?”. La risposta non poteva che essere affermativa, poiché “il comunismo è dottrina intrinsecamente cattiva”.

Tra gli altri quesiti c’è il seguente: “Possono essere battezzati i figli dei comunisti?”. La risposta: “Se si tratta di comunisti MATERIALI, nessuna difficoltà, ma se si tratta di comunisti FORMALI, cioè di genitori “che sono caduti nell’apostasia o nell’eresia o nello scisma, i loro figli infanti (che non hanno ancora raggiunto l’uso della ragione) lecitamente sono battezzati”.

E i figli dei comunisti possono essere ammessi alla Cresima? La risposta è positiva, se questi non sono comunisti anch’essi.

L’autore dell’opuscolo ha trattato con chiarezza, precisione e in modo esauriente il difficile argomento del comunismo, finalizzato a ricondurre alla Madre Chiesa i figli “ingannati” dall’errore comunista, che all’epoca (anni ’40) era cosa seria e per certi versi “preoccupante”.
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