Dall’autrice del ‘Dizionario del dialetto di Trinitapoli’ un plauso alla XIV edizione di 'Il mio cuore, la mia terra, la mia vita'

di GRAZIA STELLA ELIA -  Se un premio di poesia rimane in vita per 14 anni e continua ad esistere con riscontri rilevanti e solida partecipazione, vuol dire che è sostenuto da solide fondamenta; vuol dire che chi ne regge le redini ha un particolare entusiasmo per la cultura pugliese e non solo.

Il riferimento è rivolto al volume ‘Il mio cuore, la mia terra, la mia vita’- Antologia di Poesie in Vernacolo Pugliese (XIV edizione 2018-2019),  una corposa, elegante pubblicazione che testimonia la vivacità dei pensionati e del loro amore per i versi, edita, come sempre,  da Levante editori di Bari (2019). Il titolo è emblematico delle tematiche proposte: un’ampia gamma di argomenti per componimenti poetici.

Antologia di poesie in vernacolo pugliese si è detto. Ebbene, questa quattordicesima edizione 201-2019, animata e sostenuta ancora una volta dalla UIL Pensionati Puglia e ADA Bari, è un bel volume corposo che  contiene i nomi di tutti i premiati e partecipanti con i relativi versi.

Un caleidoscopio di testi in dialetto che la dice lunga sulla vivacità delle lingue dialettali che contengono il condensato del pensare, della filosofia, della civiltà e della cultura di chi ci ha preceduti.

I dialetti sono lingue e se ne ha la conferma ove si pensi che la nostra lingua ufficiale altro non è se non il volgare, quel dialetto toscano che Dante (vedi il De vulgari eloquentia) fece assurgere al rango di lingua nazionale.

Tornando al libro, si può dire che, sia il Comitato scientifico che il Comitato di redazione, sono costituiti da professionisti di tutto rispetto, ricchi di opere ed esperienze, animati dall’entusiasmo di offrire a chi è in pensione ed ha inclinazioni poetiche, l’opportunità di partecipare ad un concorso di poesia vernacolare ormai consolidato.

Un premio davvero importante, valido ad esortate chi non è più giovane a cimentarsi nel comporre versi nel proprio dialetto. Un’operazione da ammirare per il valido coinvolgimento umano e sociale, perché, attraverso gli anziani, la poesia arriva ai giovani, che ne traggono arricchimento affettivo e culturale.

Carmelo Barbagallo, Segretario Generale UIL, nell’incipit della sua Prefazione dice: “Scrivere poesie è un’arte, ma scriverle anche solo per diletto è comunque l’espressione di stati d’animo, di emozioni e di riflessioni che fanno bene alla mente e al cuore. [… E’ certo però che tutti si sono messi in gioco, non solo nel senso letterale del termine […]ma anche per offrire una parte di sé, dei propri sentimenti, delle proprie ragioni”.

Chi scrive non lo fa soltanto per se stesso, ma anche per aprire un dialogo con possibili interlocutori.

L’incontro fra persone è sempre valido, soprattutto attraverso la poesia, da cui può sbocciare l’empatia. Quante amicizie, nate per vicinanza culturale, si trasformano in legami duraturi, persino familiari?

Un sodalizio, quello dei poeti dilettanti, che si muta in un bene sociale con la trasmissione di versi che hanno il potere di non far cadere nell’oblio parlate pregnanti, ricche di esperienze vissute dagli avi.

Nella sua Introduzione Rocco Salvatore Matarozzo, Segretario Generale UILP, inizia il suo scritto esprimendo l’orgoglio delle due Associazioni promotrici per aver fatto nascere un concorso di poesia in dialetto che si allarga e progredisce. Egli passa poi all’analisi dei lavori, improntati a temi riguardanti nostalgici amori, attaccamento alla propria terra, ricordi dei propri cari.

Tutto viene espresso in consonanza con la lingua e la demologia della terra di provenienza. Così i Salentini con profondo dolore hanno parlato della devastante malattia degli ulivi: la terribile Xylella, che ha deturpato e impoverito una zona incantevole di ulivi monumentali, noti in tutto il mondo per l’austera bellezza specificamente pugliese. In quei terreni vi sono ora soltanto scheletri vegetali che fanno tremare di pena.

Vi sono testi che si riferiscono al mare e al mondo che nel mare è contenuto, all’emigrazione, alle problematiche lavorative ed anche ad argomenti più leggeri. Consistente il numero dei partecipanti: ben 109 e 163 componimenti pubblicati.

Sono riportati i nomi dei vincitori, dei premiati ex aequo e di chi ha meritato la menzione speciale.

Il primo premio assoluto è andato ad Apollonia Angiulli per la poesia “Tre minuti per morire”. Onore al merito, dunque!

Un pensiero di profonda ammirazione e di gratitudine va espresso agli organizzatori ed ai sostenitori di questo premio di poesia nel dialetto pugliese, ormai giunto al suo quattordicesimo anniversario. L’auspicio è che possa proseguire nel suo cammino di crescita culturale con un numero sempre maggiore di partecipanti.

Sono infatti i pensionati a trarre dalla partecipazione elementi essenziali per la crescita della loro vivacità d’intelletto e di apertura ai rapporti umani.

A questo riguardo, in modo molto esplicativo, l’infaticabile dottor Rocco Salvatore Matarozzo dice, tra l’altro, a pagina 7: “Poeti ‘vecchi’ e nuovi hanno dato dimostrazione di grande vis poetica. Molti hanno raggiunto una grande maturità espressiva”. E questo non è poco. Tutto proceda sotto i migliori auspici!

Ora, prima di chiudere, una breve digressione. Mi è giunto gradito, da parte dell’Editore Levante, questo libro e ne ho scorso con piacere le pagine, gradendone la lettura, perché amo tanto i dialetti e in maniera speciale il mio. Mi sono infatti impegnata in un lavoro di ricerca durato qualche decennio, per giungere alla pubblicazione del «Dizionario del dialetto di Trinitapoli», un ponderoso volume di oltre 1.000 pagine, uscito nel 2004 con Levante editori di Bari, Prefazione del Prof. Manlio Cortelazzo dell’Università di Padova, uno dei massimi linguisti d’Italia, Accademico dei Lincei.

Una fatica che racchiude il mio grande amore per la mia terra e la mia gente. Non mi sono mancate le gratificazioni, prime fra tutte la presenza del volume nella prestigiosa Biblioteca della Crusca e nell’altrettanto prestigiosa Biblioteca dell’ALI (Atlante Linguistico Italiano) presso l’Università di Torino.

Ognuno difenda dai detrattori e conservi la propria lingua materna, nella certezza che i dialetti sono scrigni di una cultura dalla valenza storica e umana.
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