Checco Zalone, lo si ama o lo si odia

di REDAZIONE - Un ritorno tra il comico e il provocatorio per l’uomo che – dopo Lino Banfi – è riuscito a far ridere tutta l’Italia con il suo solo ‘essere pugliese’. Lui è Checco Zalone e nella sua nuova pellicola, intitolata ‘Tolo Tolo’, torna a farci ridere con un altro tema di stretta attualità: l’immigrazione.

E il siparietto a ‘Viva Raiplay’ è la vetrina perfetta della sua comicità. Checco e Fiorello portano in scena i loro immigrati, li fanno combattere a suon di tradizione italiana. Niente ‘ius culturae’; l’immigrato meglio integrato non è quello che recita Leopardi a memoria, ma quello che conosce a memoria uno stornello romano indimenticabile (Daje de tacco, daje de punta…). All’improvviso, poi, i ruoli si ribaltano, proprio come ci ha abituati Checco Zalone in anni di carriera: Phaim e Bousso si riprendono il ruolo di protagonisti, abbandonando la maschera degli immigrati ingenui (“A te quanto hanno dato per questa scena?” “Na piotta”).

Niente è ciò che sembra: è proprio questa la ricetta del successo di Checco Zalone. E la sua maestria nel farlo è subito chiara. Anche quando decide di non promuovere il suo nuovo film, ma “quello che uscirà tra 7 anni e segnerà un passaggio epocale perché smetterò di essere superficiale, qualunquista, cafone” annuncia il comico barese a Fiorello. Il titolo? “La nostalgie du bidet”. E come da tradizione, non può mancare uno spassoso brano ad accompagnarlo: “Mademoiselle, mi vuoi fà cred che tu fai la docc' a ogni pupù?”. Zalone riesce a farci sorridere anche quando tocca un tema ‘spinoso’ come quello della criminalità organizzata: quando parla di Foggia e ricorda che c’è “delinquenza, spazzatura e povertà, ma almeno c'è, voilá, mon amour le bidet!”. Una frase che i suoi conterranei non gli hanno perdonato, ma bisogna dirlo: è un ritorno da 10 e lode.
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