La Chiesa è viva e lotta insieme a noi

di FRANCESCO GRECO - ROMA. Come sta la Chiesa italiana? Bene, grazie. La secolarizzazione e il relativismo culturale e spirituale con cui l'Occidente ha a che fare, dai Sette Colli appare un fenomeno vago e lontano e quel che si agita nel suo dostoevskijano sottosuolo può essere letto come un momento di trasformazione, l'ansia di una dimensione più collegata al III Millennio e alla sua barocca complessità.

Bypassiamo per un istante quel che si dice/scrive/legge in questi anni tormentati (spesso gossip a cui si dà eccessiva enfasi, anche se non mancano emergenze e contraddizioni d'ogni sorta e la Chiesa le affronta quotidianamente) e andiamo sui territori.

E' qui che la Chiesa dispiega tutta la sua articolata, potenziale pastorale aggiornandola al XXI secolo, l'epoca che, come direbbe E. A. Cioran "ci è toccata in sorte". Fra le tante realtà, parliamo della Parrocchia di "San Frumenzio" ai Prati Fiscali, che conosciamo "de visu".

"E' una realtà viva e dinamica", sorride Anita Sulek, infermiera polacca da molti anni a Roma dopo gli studi a Cracovia, sposata con Pierluigi Martini, due figli, Chrystian (18) e Agata (16). Una realtà in continua evoluzione, un'esplosione di vitalità e di creatività che merita di essere letta nella sua stratificata azione pastorale, ancorata alla modernità, avvolgente e coinvolgente, includente: dal bambino figlio di migranti all'anziano solo.
 
A "San Frumenzio" (in foto il presepe, di recente ha dato alla Chiesa un vescovo, mentre sta per diventare sacerdote don Fabio, l'annuncio è stato accolto da una standing ovation) fa riferimento un vasto territorio che va oltre via Cavriglia, comprende il quartiere delle Valli, Conca d'Oro, Viale Jonio e il Nuovo Salario, ecc.
 
Accanto alla liturgia, seguitissima, si dispiega l'azione sociale del clero, i volontari, le famiglie della zona. Il gruppo "Ciao!" si occupa della tematica della disabilità, il "Caffè Alzheimer" mette in rete le famiglie alle prese con tale patologia, c'è un gruppo di insegnanti che fa lezioni di lingue agli stranieri del territorio: cinesi, filippini, latinoamericani, asiatici, africani, arabi, ecc.: una Babele affascinante, intrecciata da infinite contaminazioni.
 
E ancora: i ragazzi e le guide di "Scopriamo Roma" fanno conoscere le secolari bellezze della città ai forestieri, i migranti appena arrivati sono ospitati nella "Casa Donata", una casa-famiglia da cui ogni giorno si spargono nell'aria mille colori, profumi, voci, idiomi e "Tana libera tutti", l'asilo solidale dove chi può versa di più per sostenere le rette dei meno abbienti. Non mancano le proposte cinematografiche e il cineforum, né chi ha la passione dei francobolli e vuole condividerla con gli altri e chi vuole raccontare storie e intende imparare la tecnica: il corso, di martedì, è tenuto dal giornalista di Radio1 Vito Cioce ("Plot Machine").
 
E ancora: un progetto con cui si è tolto e si continua a liberare dalla schiavitù della strada alcune ragazze straniere, il centro di ascolto per gli anziani che vivono soli e uno spazio di aggregazione giovanile: un pub interno alla Parrocchia dove i giovani del quartiere possono incontrarsi e socializzare in tutta tranquillità (e che ha fatto nascere dal nulla qualche posto di lavoro).

Oltre ai gruppi occupati nella catechesi per la fascia pre-scolare e successiva per la preparazione ai Sacramenti.

Questa è l'intensa vita quotidiana di una delle parrocchie di Roma. E così si può concludere che a "San Frumenzio" nessuno è mai solo, chi chiede aiuto riceverà ascolto, la dignità della gente di ogni sorta è rispettata. La bambina sudamericana che la domenica chiede qualche soldino se ne va contenta, come è gioioso il sorriso dell'uomo col vestito un pò sgualcito che con dolcezza e un fil di voce sussurra: "Ha una monetina?".

Relativismi culturali, religioni fai da te e secolarizzazioni qui a via Cavriglia sono parole ignote, prive di semantica. A "San Frumenzio" la Chiesa è viva e lotta insieme a noi. Anche per tenerle ben lontane.
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