La Consulta boccia il 'maggioritario puro'. Salvini: "E' la difesa del vecchio sistema"

ROMA - La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile perché "eccessivamente manipolativo" il referendum sulla legge elettorale sostenuto dalla Lega per abrogare le norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi e trasformare il sistema in un maggioritario puro.

Il quesito referendario era stato proposto da otto consigli regionali (di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria), tutti guidati dal centro-destra.

"È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica". Lo dichiara Matteo Salvini, segretario della Lega.

di NICOLA ZUCCARO - La Corte Costituzionale, al termine di una lunga camera di consiglio iniziata nella mattinata di giovedì 16 gennaio, ha respinto il referendum sulla Legge elettorale sostenuto dalla Lega e caratterizzato da un sistema maggioritario puro.

La Consulta ha motivato questa decisione ritenendo "eccessivamente manipolativo" il disegno inizialmente proposto da 8 consigli regionali (di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata e Liguria), tutti guidati dal centro-destra.

Resterà, dunque, un sistema elettorale normato sulla distribuzione proporzionale dei seggi e che si pone in perfetta linea con le proposte di modifica presentate negli ultimi giorni in Parlamento. Fra queste vi è quella relativa all'introduzione del "Germanicum", che fissa la soglia di sbarramento al 5%.
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