La restaurazione bipolare

di NICOLA ZUCCARO - L'Emilia-Romagna sta al centrosinistra come la Calabria sta al centrodestra. Il rapporto proporzionale scaturito dalle rispettive elezioni regionali dello scorso 26 gennaio, alla luce della contestuale disfatta elettorale dei Cinque Stelle, segna il ritorno del bipolarismo. Di esso, con l'avvento de bipopulismo (da una parte quello pentastellato e dall'altro, quello leghista), si erano perse le tracce, tanto da spingere gli analisti politici a sostenere che il sistema bipolare fosse già entrato nell'archeologia della politica italiana.

Ebbene costoro dovranno rivedere questa tesi perchè, complice il contemporaneo ritorno di quella voglia del "proporzionale", non hanno fatto i conti con quel legame che l'elettorato italiano, sia pure con le disparità generazionali, ha con il Partito. Esso inteso come soggetto politico centrale per la governabilità regionale e nazionale. Un esempio ancor più netto, nonostante la presenza delle liste civiche, proviene dall'ambito municipale e comunale. Qui, in occasione delle rispettive elezioni, con l'esternazione "Voto la sinistra oppure voto la destra", si è avuta l'ulteriore e palese conferma che la restaurazione del bipolarismo è stata resa possibile anche per il radicamento mentale della contrapposizione bipolare, concretizzatosi negli ultimi 25 anni in Italia.

Una chiave di lettura in più per confermare che nell'era del presunto populismo al popolo non si comanda perchè capace, anche nel chiuso della cabina elettorale, di poter e saper restaurare il bipolarismo.
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