A.Mittal: c'è l'intesa gruppo-ex Ilva. Sindacati: "Così è stallo"

TARANTO - E' stata siglata l'intesa tra ArcelorMittal e i commissari dell'ex Ilva, che prevede la modifica del contratto di affitto e acquisizione per rinnovare il polo siderurgico con base a Taranto e la cancellazione della causa civile avviata a Milano.

Ma i sindacati bocciano accordo: "Così è stallo". Posizione unitaria di Cgil, Cisl, Uil, Fiom, Fim e Uilm.

D'AMATO (M5S):  ACCORDO E' UNE RESA A MITTAL SULLA PELLE DEI TARANTINI - "L'accordo sottoscritto oggi tra ArcelorMittal e i commissari governativi deIl’ex-Ilva è una resa alla multinazionale. Le condizioni fanno pensare a una separazione consensuale più che a un piano industriale: ArcelorMittal ottiene una vantaggiosa penale di 500 milioni per un eventuale disimpegno. Una cifra che ammonta a circa 1/5 del flusso di cassa del 2019 del gruppo, che tra l’altro potrà essere ampiamente recuperata con l’aumento del valore di borsa della società. ArcelorMittal in pratica può abbandonare la partita gratis o comunque senza gravi perdite. In più si pone la condizione della 'revoca dei sequestri penali di natura preventiva e probatoria…'. Siamo dinanzi a una vera e propria farsa sulla pelle dei tarantini”. Lo dice l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato. “Viste queste premesse – prosegue - perché mai un’azienda dovrebbe investire nei prossimi mesi nella costruzione di un impianto di riduzione diretta (che genererebbe meno Co2), spegnendo gli altoforni più vecchi e riattivandone uno con investimenti di svariate centinaia di milioni? Tutto ciò illudendosi che non ci saranno ulteriori riduzioni di personale? La crisi è ancora in corso, la salute è la grande assente di un piano che nella migliore delle ipotesi non è redditizio e improbabile da realizzare”, attacca D'Amato.
“Ancora una volta – aggiunge - siamo di fronte a una sospensiva che allunga i tempi e allontana le responsabilità in nome di un vago 'interesse strategico', quando la stessa Commissione Ue ha finalmente capito che a Taranto bisogna investire sulle alternative sostenibili all'ex Ilva. È un accordo firmato non in mio nome, non nel nome del diritto alla salute, in netto contrasto con dichiarazioni, ordinanze e appelli lanciati a vario titolo dalle istituzioni territoriali, da parlamentari e dai cittadini. Noi non accetteremo mai un accordo che non preveda la chiusura dell'area a caldo e, in parallelo, un decreto serio e con risorse adeguate per la riconversione del territorio". 

Nuova Vecchia

Modulo di contatto