Bari, rissa tra giovani al Libertà: gli psicologi, "intercettare disagio per prevenire fenomeno"


BARI - L’escalation di risse ed episodi di violenza con protagonisti giovanissimi è un fenomeno che purtroppo è sempre più presente nella cronaca nazionale. Nei giorni scorsi Bari è stata il teatro di una guerriglia urbana che ha visto protagonisti un gruppo di adolescenti che si sono scontrati brutalmente sotto gli occhi spaventati dei passanti. Tutti studenti della stessa scuola, dai 14 ai 18 anni, dalle liti in chat si è passati all’appuntamento in piazza Risorgimento per “risolvere la questione”.

“Non si può attribuire tutta la responsabilità di quanto accaduto al retaggio culturale”, sottolinea il presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo. “La questione pregnante diventa capire quali cause spingano questi gruppi a commettere atti devianti. Ci sono molti altri fattori ad influire sul comportamento assunto dagli adolescenti in un’epoca di social network e iperstimolazione come quella in cui viviamo, che veicola l’idea di estrema libertà di espressione e comportamento in termini di perdita di responsabilità delle proprie azioni a favore della cultura del branco”.

L’uso della violenza è diventato linguaggio di molti giovani. Modelli adulti aggressivi hanno causato un drastico abbassamento della soglia di percezione dell’illecito. Quello del bullismo è un fenomeno che enfatizza i comportamenti di prepotenza e aggressività come unico canale comunicativo e relazionale, che ha modificato il naturale comportamento sociale in esibizioni comportamentali esagerate, nelle quali ogni freno inibitorio è carente. “

L’unica via per contenere la piaga del bullismo è la prevenzione”, prosegue Gesualdo. “Prevenzione che non può che essere declinata in senso sociale, nei processi che presiedono alla costruzione dei sentimenti di appartenenza e di costruzione dell’identità. Risulta perciò necessario e urgente dotarsi di presidi di prevenzione attraverso la realizzazione del servizio di psicologia scolastica, l’attivazione su tutto il territorio regionale dei Centri di ascolto per le famiglie e servizi di sostegno alle famiglie e alla genitorialità previsti dalla legge regionale 19/2006 e dal regolamento n. 4 della legge regionale 19 del 2007. Famiglia e scuola, infatti, sono gli ambienti in cui si sviluppano i processi di socializzazione, la “costruzione” delle relazioni e della personalità” conclude Gesualdo.

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