L'Ue dalla parte dei viaggiatori per le vacanze cancellate: voucher o rimborso?


VINCENZO NICOLA CASULLI - Grande scalpore ha destato la scelta del Governo italiano di consentire a compagnie aeree e tour operator di non rimborsare i viaggi annullati causa Covid-19. Il dibattito che ne è derivato è stato acceso e ha reso necessario l'intervento della Commissione Europea, che ha sancito che tale decisione è contraria alle norme europee. La stessa Commissione si è spinta al punto di disporre che, se l'Italia non cambierà le regole introdotte con il decreto del 2 marzo 2020, sarà aperta una procedura d’infrazione.

Il nostro Paese ha, quindi, due settimane di tempo, fino al 28 maggio, per cambiare la legge, lasciando ai consumatori la facoltà di scegliere tra rimborso del viaggio cancellato e recupero dello stesso con un voucher: "Speriamo - ammonisce la Commissione - che la faccenda possa essere risolta senza ricorrere a una procedura di infrazione formale, ma se a questa lettera non seguirà una risposta soddisfacente, considereremo di aprirla".

La Commissione ha dimostrato di essere a conoscenza delle conseguenze infauste del virus per il settore dei trasporti e dei viaggi, ma ha sottolineato come abbia dato i mezzi, alle autorità nazionali, per sostenere l’industria del turismo in altro modo, preservando i diritti dei viaggiatori e dei passeggeri, anche al fine di consentire loro di ottenere il rimborso per coprire altri pressanti bisogni cagionati dalla situazione contingente. Le regole adottate dal governo italiano a partire dal 2 marzo 2020, invece, sono contrarie ai diritti dei passeggeri garantiti dal diritto comunitario e alla direttiva sui pacchetti turistici, in quanto prevedono il voucher, ovvero la possibilità di recuperare il viaggio in futuro, a pandemia superata, come unica forma di protezione in caso di vacanza cancellata, escludendo il rimborso.

Tali disposizioni, secondo la Commissione, non sono legittime e devono essere oggetto di modifica: "entro il 28 maggio aspettiamo provvedimenti o la descrizione dei provvedimenti che verranno presi", per allineare le leggi italiane al diritto comunitario. In caso contrario sarà introitata una procedura d'infrazione. Tali censure della Commissione non hanno riguardato solo l’Italia. Infatti nel mirino ci sono anche Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo e Paesi Bassi.
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