Chi era lo scienziato pugliese Domenico Cotugno?

VITTORIO POLITO - Leggo sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” di ieri la nota della rubrica “Bari ignota” pubblicata da Quarto e Bramato “Ma dov’è finito Domenico Cotugno?”. Dalla lettura mi sarei aspettato più notizie biografiche di Domenico Cotugno (1736-1822), ma si parla quasi esclusivamente della mancata denominazione dell’Ospedale Oncologico “Giovanni Paolo II” allo scienziato di Ruvo di Puglia (BA).

Al di là dell’inutile lamentazione polemica per l’intestazione dell’Ospedale barese, sarebbero state utili notizie sulle scoperte e sulle brillanti ricerche dello scienziato pugliese, definito “L’Ippocrate Napoletano”, della sua brillantissima carriera scientifica di medico, cattedratico di Anatomia Umana (dal 1766 al 1818. Fu tra i fondatori dell’Accademia delle Scienze e Belle Lettere, rettore dell’Università di Napoli, archiatra del Regno (1810), medico personale di Ferdinando IV, ecc.

Tra le scoperte più interessanti di Cotugno, è bene evidenziare che fu iniziatore della profilassi antitubercolare, dimostrò la presenza di un liquido nel labirinto osseo dell’orecchio interno e fu il primo ad associarlo alla trasmissione del suono. Molto prestigio ebbe anche la sua opera anatomo-patologica, pubblicata nel 1764, dal titolo “De ischiade nervosa commentarius”, dedicata a Gerard van Swieten, archiatra di Maria Teresa d’Austria, ristampata numerose volte e tradotta in inglese e tedesco.

Il testo, che era una memoria sulla sciatica, malattia nota a Ippocrate il quale la inquadrava tra le alterazioni umorali, Cotugno ne definì l’origine e individuò la sede dal sistema venoso della coscia alle guaine dei nervi interessati. Scoprì l’esistenza del liquido cefalorachidiano e constatò sperimentalmente la presenza dell’albumina nell’urina.

Quanto sopra sono solo alcune notizie relative allo scienziato che, alla sua morte, lasciò all’Ospedale degli Incurabili 80 mila ducati (un terzo del suo patrimonio), e nel 1823 fu eretto un monumento in suo onore, in occasione della quale la Regia Zecca coniò una medaglia con la sua effige.

Nel 1891 la città di Ruvo di Puglia pose una lapida commemorativa sul fronte della sua casa natale e collocò un suo busto nella sala consiliare del Comune.

Bari ricorda il celebre medico con una strada a lui intestata al rione Picone.

Quanto sopra sono notizie riprese in parte dalla nota di Caterina Tisci, riportate nel volume “Scienziati di Puglia secoli V a.C.-XXI d.C.”, curato da Francesco Paolo de Ceglia (Adda Editore).
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