Vuoi mettere un loculo al Père-Lachaise?

FRANCESCO GRECO - A metterci sulla buona strada, Hemingway ci diede un indizio, giusto per ridacchiare del provincialismo degli scrittori suoi compatrioti e contemporanei. “Papà” sibilò: “I buoni americani quando muoiono vanno a Parigi”.
 
Sottinteso: vuoi mettere dormire il sonno eterno, appunto, a Parigi, al Père-Lachaise, cimitero monumentale a nord della metropoli, “luogo della memoria europea”, per dire? E’ tutta un’altra cosa, dai.
 
Lì, scambiando due chiacchiere con Rossini o con Gioacchino Napoleone Murat, il tempo passa meglio e si può aspettare la reincarnazione, o la resurrezione della carne, o altre suggestioni con cui le religioni ci consolano.
 
Degli americani tumulati a Parigi – per adesso - poco sappiamo, ma conosciamo invece tutto degli italiani ivi tumulati. Grazie alla puntuale e organica ricerca di Costanza Stefanori, proposta in “L’Italia del Père-Lachaise” (Vite straordinarie degli italiani di Francia e dei francesi d’Italia), Skira, Milano 2019, pp. 194, euro 60,00, edizione in italiano/francese e, ovvio, con un delizioso apparato fotografico e l’introduzione di Teresa Castaldo, ambasciatrice d’Italia in Francia, Vincenzo Cirillo, presidente del Comites di Parigi ed Emilia Gatto, Console Generale d’Italia a Parigi.
 
Gli “ospiti” italiani sono una sessantina: sepolture singole, doppie, famigliari. Aristocratici (la contessa di Castiglione) e plebei. Artisti e politici, inventori e clown: di tutto, di più. I francesi non buttano via niente. E, supponiamo, ci hanno fatto un business: i visitatori sono molti e portano denaro sonante, a tener su il pil.
 
Si può essere sfortunati, nella vita, come Vincenzo Bellini (siciliano) che se ne andò a manco 34 anni, nonostante le donne lo bramassero, ma spirò a Parigi e quindi eccolo al Père-Lachaise, ma solo momentaneamente, poi andò a riposare nella sua Catania.
 
Ci sono Amedeo Modigliani, altro “maudit” e George Moustaki (Giuseppe Mustacchi, “Lo straniero”), Yves Montand (Ivo Livi), toscano di Monsummano Terme (Pistoia), una love story con Marylin Monroe, per cui supponiamo un trapasso gioioso con lo zucchero sulle labbra, il pittore pugliese Giuseppe De Nittis (Barletta, 1846 – Saint Germain-en-Laye, 1884) e il critico letterario e cinematografico Ricciotto Canudo (Gioia del Colle, 1877 – Parigi, 1923).
 
Il libro, corredato dalla mappa del cimitero, è strutturato in piccoli saggi, svelti e sapidi: da Massimo Nava a Manuela Martini. Costanza è riuscita a infilarci anche una cartella dell’italiana più illustre oggi in Francia: Monica Bellucci, che a tutto fa pensare, meno che alla vita eterna, anzi, ce la allunga con un notevole innalzamento del testosterone.  Purtroppo virtuale, metafisico, come detta il mainstream dei nostri tempi volgari e impuri.
 
Infine: una curiosità, quanto costa farsi seppellire al Père-Lachaise? Con un preventivo abbordabile del Comune di Parigi, possiamo sin d’ora mettere da parte i soldini nel salvadanaio.
 
Siamo stanchi di essere fatti a pezzi dopo 20-30 anni nei nostri cimiteri sudici come discariche e squallidi come macellerie.
 
Vuoi mettere dormire il sonno dei giusti al cimitero di Lecce, dove le tombe di Tito Schipa e Vittorio Bodini sono di continuo vandalizzate o a Parigi, XX arrondissement, accanto alla divina Maria Callas (New York, 1923 – Parigi, 1977) che gorgheggia “Casta diva” e allo chansonnier Yves Montand, 1921-1991 (“Amor dammi quel fazzolettino”), invece che capitare col pusher del quartiere, il ladro, l’usuraio, il politico corrotto?
 
Tutta un’altra cosa, ne siete convinti?
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