Baresi che hanno fatto la storia di Bari: Carlo Tanzi, sindaco di Bari


VITTORIO POLITO - Al quartiere Madonnella di Bari è presente una strada intitolata a Carlo Tanzi (1755-1808), poeta e letterato, che fu sindaco dei Nobili di Bari dal 1789 al 1791 e dal 1799 al 1801 con una breve interruzione durante la Repubblica Napoletana del 1799.

L’editore Adda, la cui attività è sita proprio in quella strada, pubblicò nel 1997 un volume di Vito Antonio Melchiorre “Il diario del Sindaco Carlo Tanzi”, nel quale sono sintetizzate e documentate storie e vicende del suo sindacato.

Armando Perotti, nel 1907, pubblicò nel suo libro “Bari ignota” (Vecchi editore), l’interessante saggio “Le buone idee del Sindaco Tanzi”. Il testo fu ripubblicato nel 1958 dagli Editori Laterza di Bari e successivamente ristampato da Forni Editore nel 1984.

Fu tra i primi ad ipotizzare la costruzione del nuovo Borgo di Bari, ma per realizzarlo occorreva il permesso reale, più volte richiesto, ma l’autorizzazione giunse solo con un dispaccio del 16 febbraio 1790. A questo punto iniziarono le difficoltà, poiché serviva il piano regolatore e l’incarico fu affidato all’ingegnere Giuseppe Gimma, responsabile della costruzione “delle strade maestre di Puglia”. Per una serie di vicende Gimma abbandonò l’incarico e per ordine sovrano fu incaricato alla direzione delle future costruzioni del borgo, l’ingegnere Gennaro Loiacono, ma nonostante tutto l’esecuzione dell’opera fu sospesa. Solo 23 anni dopo, grazie a re Murat che pose il 25 aprile 1813 la prima pietra per il nuovo Borgo, in un luogo diverso da quello prescelto da Tanzi.

A Tanzi si deve anche il trasferimento da Trani a Bari delle sedi dell’Intendenza e del Tribunale e considerato un vero barese che amò la sua terra. Durante il suo sindacato si interessò della rendicontazione contabile, dell’adozione degli esposti (i bambini abbandonati), del teatro e della pulizia delle strade.

Ma Tanzi era anche un poeta aveva dimestichezza con la penna, apparteneva ad un mondo agiato, per cui il tutto si colora di gustose immagini, come scrive Pasquale Sorrenti nel suo libro “I Baresi” (Tipolitografia Mare).

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