Il terrifico è già accaduto


«A proclamarmi questo non fu  Zeus, né la compagna degl'Inferi, Dike, fissò mai leggi simili fra gli uomini. Né davo tanta forza ai tuoi decreti, che un mortale potesse trasgredire leggi non scritte, e innate, degli dèi. Non sono d’oggi, non di ieri, vivono sempre, nessuno sa quando comparvero né di dove». (Antigone, vv. 450-457)

SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI - Francisco Pizarro, il conquistatore spagnolo, quando giunse sulle terre degli Incas agli inizi del secolo XVI, 1532, in pochi mesi si appropriò di  quel vasto territorio. E così il Covid-19 si è impadronito del mondo, dei codici, delle culture, della mente delle persone, anche di coloro che forse pensavano di dominare il passo della natura.

Atahualpa, l’ultimo re Inca, fu condannato a morte, nonostante l’ingente quantità di oro e di argento concessa  per la sua liberazione. Fu una morte orrenda  come coloro che intubati per giorni e giorni sono stati rinchiusi nelle sale di rianimazione, con la promessa di aver ancora giorni da vivere. Ebbe così inizio il tramonto dell’Impero del Sole, l’asservimento degli Incas, la distruzione di ogni certezza pur avendo per ben tre secoli gli Indios difeso strenuamente le proprie origini. E così in questa ”pandemia”, la cui radice ha a che vedere con il temine “pandemonio” : pandemia riguarda  tutto il  popolo; pandemonio: dal lat.  Pandaemonium, foggiato da J. Milton (1608-1674), nel suo “Paradiso perduto”, per designare la città dei demoni; comp. del gr.  pân ‘tutto’ e  daimónion ‘demonio’ •sec. XVIII. E il demonio è ritenuto una divinità inferiore che porta confusione, colui che divide , che porta risse. E come le vicende degli Incas devastati dagli spagnoli in quel tempo sono misteriose e complesse così l’eziologia , lo sviluppo e la diffusione di Covid 19 rimangono per gran parte del pianeta assai enigmatiche tranne il risultato inquietante sotto gli occhi di tutti.

Vittime, morti, cremazioni, impossibilità di piangere sulla tomba dei cari, dispersione di ceneri, difficile elaborazione dei lutti :a nulla è valsa la tragedia di Antigone e della sua disperazione dinanzi alla morte del fratello che reclamava degna sepoltura. I tragici greci molto ci hanno insegnato ma sembra tutto andato in fumo, finanche il senso di fratellanza tra Paesi così simili  nelle tradizioni e culture.  Diversamente dal mito, le cui origini forse coincidono con quelle dell’umanità, la tragedia del Covid 19 è apparsa, o almeno così sembra, in un tempo e in un luogo precisi. Come se ci fosse un’abile regia. C’era e non c’era, circolava e non circolava, e poi la Cina e poi il Nord Italia e poi e poi e poi la catastrofe. Madre natura non perdona.

E ora si tratta  non solo di rivedere  problematiche del nostro tempo e dell’Occidente, ma anche di ridefinire i termini di possibili non facili incontri. Il Virus ormai si è impadronito della mente del mondo, ha conquistato il pianeta al di là di ogni astronauta di nuova generazione verso i cieli, ma dove è conquista è anche violenza.

Le menti sono state violate e si ha la sensazione che tutti siamo stati ridotti ad una sorta di “ schiavitù”. L'“anima mundi“ lacerata.  Il Virus per eccellenza ha addirittura posto in ombra patologie molto severe : tumori , cardiopatie, riabilitazioni serie, leucemie… Ma che potere avrà in sé questo virus che sembra aver allentato la sua morsa: sarà stata la necessità di movimentare diversamente i mercati? Sarà stata la considerazione che il virus può più che una guerra? Sara ‘ora che l’economia di alcuni langue in miseria per cui necessita il silenzio? Oppure il signor Covid 19 non era poi così terrifico? O l’estate la sta facendo da padrona risanando la terra?

Un insieme di immagini generano però il dramma dinanzi al quale ci si sente in stato di impotenza. Questa tragicità rimarrà nella storia più che l’epoca della signora Spagnola che portò via tante persone, compresa mia nonna materna di 24 anni. Ma al tempo non c’erano gli antibiotici ( che pare non servano per i virus) , né c’erano altre possibilità di cura. Erano gli inizi del XX secolo. E agli inizi del XXI secolo si è consumato il dramma che ha posto il bavaglio al mondo: non mi riferisco alle mascherine, necessarie ma metaforiche di una situazione storica che ha in sé quasi dell’indicibile.

Un’immagine, o per meglio dire, un insieme di immagini che condensano un dramma. Il dramma di  Paesi ridotti in schiavitù , se pur “necessaria “data la presenza di questo Virus… I padroni dell’economia ritengono forse di essere i padroni di chi secondo la loro ottica è nato per essere loro servitore. Il richiamo iniziale di questo mio testo alla vicenda Incas non è casuale ma a mio parere pertinente. L’evento della fine degli Incas con la morte cruenta e inflitta con inganno ad Atahualpa si verificò in un luogo preciso e in una precisa data. Questa non è una fantasia ma una realtà: il frate domenicano Vicente Valverde consegnò la Richiesta e dette ad Atahualpa  la Bibbia. Atahualpa gettò il libro a terra, e  gli uomini di Pizarro in meno di due ore trucidarono  duemila Indiani.  Furono  uccisi.  Atahualpa fu imprigionato. Fu sottoposto a processo. Fu condannato a morte. Le donne silenziose degli Incas divennero le concubine degli Spagnoli. Gli stupri sono una delle forme più atroci  per annientare una genia : una forma di genocidio. 

In quel momento nacque quell’immaginario che ancor oggi accompagna quel popolo che doveva essere chiamato peruviano, frutto di un trauma e di una violenza. E ora da questo conquistatore di menti e intelligenze, di scenari apocalittici di nome Covid 19 quale popolo nascerà?  Un popolo che avrà imparato a tacere e ad obbedire, a sovrapporre maschera su maschera, a confondere la distanza sociale con la distanza affettiva, a credere che solo gli abbracci costituiscano il volto di una vera relazione,  ad aver paura del mare che secondo Platone “ guarisce tutti i mali” , del sole che con i suoi raggi può sciogliere il manto regale di Covid 19, a immaginare un futuro di apprendimenti senza la presenza fisica del docente nel quale identificarsi e poter in modo transferale amare ciò che si apprende e il calore dell’aula e dei compagni. Intrappolati tutti in forme di violenza che però non hanno mai considerato che quando si perdono tante cose dell’umanità non ci sono vincitori e vinti, ma solo vinti.

E ora un “oceano di silenzio”  occupa la vita dei popoli e dell’essere umano, di ciascuno di noi  soprattutto poi quando interviene qualcosa o qualcuno  a distruggere tutto ciò che non può essere ri-creato.

Questa pandemia pandemonica, perdonate il gioco di parole, sia che ci renda migliori che peggiori ci ricorda che si muore a se stessi ogni volta che si distrugge l’Altro da Sé che in fondo non è che una  parte del Sé. Ci si ritrova e ci si ricrea soltanto  attraverso l’Altro. Ma oggi l’Altro dov’è?
E senza l’Altro l’Uno e’ prigioniero.

(CARLO FUSCA - CONFIGURAZIONI SINTETICHE, tecnica mista su tavola 100x70)
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