Il fantasma di Castelpagano


MARIO CONTINO - Ogni castello che si rispetti, secondo la tradizione folkloristica, ospiterebbe il suo triste fantasma, a volte sfuggevole e riservato, altre volte avvezzo al contatto umano tanto da avvicinarsi fin quasi a farsi sfiorare ai testimoni di turno.

Castelpagano è il rudere di un maniero federiciano, posto a circa 540 mt circa di altitudine s.l.m, e a pochi km dal comune di Apricena, in provincia di Foggia, all’interno del Parco Nazionale del Gargano.

Secondo la leggenda, soprattutto in alcuni giorni autunnali e primaverili, al tramonto del sole, dai ruderi si potrebbero ascoltare pianti e lamenti strazianti, capaci di gelare il sangue ai presenti testimoni dell’evento.

Lo spettro sarebbe quello di un giovane principe che anticamente possedeva il maniero e che all’interno dello stesso sarebbe rimasto imprigionato per sempre.

Secondo il mito, il nobiluomo si sarebbe innamorato di una giovane e graziosa principessa che risiedeva nell’altra parte della valle, nella località Monte della Donna.

La loro relazione fu ostacolata dalla famiglia della ragazza, contraria al loro amore e, soprattutto, alle loro nozze.

Per costringere i due a restare separati, i genitori della principessa inventarono un terribile stratagemma per poter ingannare il principe: avrebbero acconsentito alla loro unione solo allorquando il principe avesse edificato un ponte di cuoio, realizzato con pelli di animali, per collegare i due regni.

Il ragazzo, colto dall’entusiasmo, accettò immediatamente le condizioni imposte e si adoperò al fine di realizzare quella bizzarra opera, rendendosi però presto conto dell’impossibilità di portarla a termine.

Il principe, nel tentativo di unire i due castelli con il ponte di cuoio, fece sacrificare tutti i suoi allevamenti per ricavare il pellame, ed impose turni massacranti agli operai, che si ribellarono fuggendo via da quello che ormai era divenuto un folle.

Alla fine il principe dovette arrendersi, ma ormai i suoi possedimenti erano ridotti ad un nulla, ed il suo regno, da ricco e fiorente, era ridotto in miseria. Abbandonato da tutti, l’innamorato morì di stenti all’interno del suo maniero.

Anche oggi, che del castello rimane ben poco, lo spirito del ragazzo continuerebbe a lamentarsi in quello che un tempo rappresentava il simbolo del suo potere, e forse della sua ingenuità.
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