Apre ristorante e assume tre persone: “Il Covid non ci ferma, noi ci crediamo”

BARI - Senza servizio ai tavoli, senza visibilità perché il cinema con cui confina è chiuso per Covid, ma non senza fiducia. In una Puglia “arancione” e in ansia per un possibile passaggio a zona rossa, c’è chi sfida la pandemia e apre un locale assumendo tre persone. “Sfido la sorte, la fortuna aiuta gli audaci e noi ci crediamo”, spiega Dario Santoro, imprenditore barese titolare di Jumpa, ristorante inglobato nel complesso del multisala Showville, a Mungivacca. Le restrizioni al settore della ristorazione gli impongono di effettuare esclusivamente i servizi di asporto e consegna a domicilio. “Un grande rischio - ammette Santoro - ma non possiamo arrenderci, lo devo alla mia famiglia con cui ho condiviso sacrifici e preoccupazioni e alle famiglie dei dipendenti che ho assunto”.
Nei piani aziendali i dipendenti sarebbero dovuti essere dodici, fra personale di cucina e di sala, per servire i 90 coperti a disposizione. L'apertura - in realtà una riapertura dopo la precedente gestione di un altro imprenditore terminata a giugno 2019 - infatti era in programma da circa un anno. “Avevamo pianificato tutto per inaugurare nella primavera del 2020 - aggiunge Santoro -, poi è arrivata la pandemia e abbiamo dovuto rinviare. A maggio, con la ripresa, fra mille difficoltà abbiamo ricominciato i lavori sospesi e l’apertura è slittata a fine ottobre. Poi è arrivata la seconda ondata che ci ha limitati e rallentati, ma non fermati. È triste non poter fare un’inaugurazione con i clienti in sala, ma ci accontentiamo di poter lavorare. Riapriamo migliorando ancora di più qualità ed esperienza”. L’attività riparte con servizio da asporto e consegne a domicilio e si può ordinare telefonicamente, da Whatsapp e da Glovo. Il menù varia dai secondi alla rosticceria, fino alle pizze, ai rustici e all’ampio assortimento di panini, sandwich e insalate. “Inoltre ampliamo e innoviamo la nostra offerta con prodotti vegani - sottolinea - per andare incontro a una crescente fascia di clientela”. E la speranza è di poter aprire il servizio ai tavoli quanto prima.

“Essendo accanto a un multisala - spiega ancora Santoro - normalmente in questo periodo avremmo lavorato sette giorni su sette, ora invece siamo costretti a chiudere il lunedì per ottimizzare le risorse”. Quel cinema che rappresentava un volano per l’attività, con le sue luci spente ora rischia di rendere ancora meno visibile il locale. “Facciamo di necessità virtù - conclude - e cerchiamo di ritagliarci il nostro spazio con prodotti d’eccellenza acquistati da fornitori locali e preparati esclusivamente da noi. Un modo per offrire il massimo della qualità ai nostri clienti e contemporaneamente aiutare i produttori locali e tutta la filiera duramente colpita dalla pandemia. È un momento difficile, solo facendo rete e sostenendoci l’un l’altro supereremo questo momento”.

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