San Nicola, Sadkò e il Re del Mare

VITTORIO POLITO - L’autorevole “The Oxford Dictionary of Saints”, di David Hugh Farmer, che è una raccolta concisa di informazioni su oltre 1300 santi e contiene oltre 1700 voci, definisce San Nicola “Uno dei santi più universalmente venerati sia in Oriente che in Occidente”, mentre i Benedettini di Ramsgate (una città della contea del Kent in Inghilterra), lo definiscono “Uno dei santi più popolari della cristianità”. Tutte testimonianze che confermano, senza alcun dubbio, l’universalità del culto del nostro protettore. In Russia è difensore dei contadini ma anche dei naviganti, come dimostra la fiaba di Sadkò, che ha ispirato musicisti come Rimskij-Korsakov e Prokofiev.

Padre Gerardo Cioffari o.p., scrittore e storico della Basilica di San Nicola, narra nel suo libro “San Nicola – La vita, i miracoli e le leggende” (Basilica San Nicola Editore), che nella città di Novgorod viveva un cantastorie che si chia­mava Sadkò, il quale si guadagnava da vivere suonando la sua “gusla” (una specie di chitarra) ai banchetti dei ricchi. Venne il tempo che veniva chiamato poco, cominciando ad avvertire le difficoltà della povertà.

Un giorno, mentre suonava sulle rive dell’Ilmen, un lago russo di importanza storica, vide uscire dalle acque il maestoso Re del Mare che disse: “Ehi tu, Sadkò, voglio ricom­pensarti per questa tua melodia. Torna in città e scommetti la tua testa che in questo lago c’è un pesce d’oro”. Sadkò così fece e tre mercanti accettarono la scommessa. In effetti tutti videro uscire dalle acque, per tre volte, un pesce d’oro e Sadkò, vincendo la scommessa, si arricchì. E col vizio delle scommesse sosteneva che poteva acquistare tutto ciò che passava da Novgorod, ma una volta non riuscì, perdendo la scommessa e riuscendo ad allestire solo alcuni vascelli e tornare al mare. Ma una tempesta colse la sua flotta ed egli gettò in mare tante cose per calmare l’ira del Re del Mare. Ma il Re del Mare voleva una testa viva, per cui i marinai tirarono a sorte colui che doveva sacrificarsi e, ironia della sorte, uscì proprio il nome di Sadkò che venne gettato in mare. Ed ecco il Re del Mare: “Ehi tu Sadkò, hai tanto navigato senza mai pagarmi tributi, in cambio suona­mi la gusla”. Al suono di quello strumento, le acque in superficie si mos­sero formando enormi e violente onde e le navi che passavano, affon­davano.

Allora i naviganti cominciarono a pregare S. Nicola, invitandolo a sconfiggere o almeno calmare il Re del Mare. E Nicola sprofondò anch’egli negli abissi. Sadkò si vide apostrofare da questo vecchietto dai capelli bianchi: “Ehi tu, Sadkò di Novgorod, non suonare più la tua gusla!” E il giovane: “Non posso obbedirti, me l’ha comandato il Re del Mare”. E Nicola: “Fatti furbo. Spezza corde e cavicchi, e dici che non puoi suonare più”. E Sadkò: “Ma così rischio di restare per sempre quag­giù!”. Al che il santo protettore dei naviganti rispose: “Il rischio c’è, per­ché il Re del Mare ti tenderà una trappola. Farà sfilare davanti a te trecento belle fanciulle. Tu dici che non hai scelto nessuna di esse. Lascia passare anche le secon­de trecento. Fra le terze trecento scegli l’ultima, una fanciulla di Cer­nava. Sposala, ma non avere rapporto carnale con essa nell’azzurro mare, altrimenti ci resti per sempre”.

Sadkò fece come S. Nicola gli ave­va detto, e si ritrovò fe­steggiato da tutti nella città di Novgorod. La sua guardia lo circondò d’affetto ed egli, grato al santo, fece costruire la bella cattedrale di S. Ni­cola di Možajsk, il santo difensore della città e dei suoi fedeli devoti.

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