Il M5s rischia la scissione

ROMA - Dopo l'espulsione dei 31 parlamentari che hanno votato no alla fiducia in contrasto con il resto del partito, i 'dissidenti' potrebbero creare gruppi parlamentari autonomi. Per i pentastellati sarebbe la prima scissione: un problema non da poco, visto anche il calo dei consensi non solo nelle ultime tornate elettorali, ma in tutti i sondaggi.

La scelta dell'ex leader Vito Crimi di espulsioni immediate ha rappresentato un vero e proprio terremoto nel Movimento. A partire da Nicola Morra, il quale, secondo quanto viene raccontato, non attendeva assolutamente una decisione del genere, lasciandolo del tutto spiazzato e amareggiato. Lannutti annuncia ricorso, ma politicamente i margini per comporre la frattura sembrano quasi nulli.

La salentina Barbara Lezzi, una degli espulsi, prova a candidarsi al Direttorio di prossima votazione, ma il capo politico reggente la stoppa subito: espulsione dal gruppo e espulsione dal Movimento. E in mattinata inasprisce la sua posizione: fuori anche gli assenti non giustificati.

La verità è che la costituzione dei due gruppi preoccupa molto il Movimento 5 stelle. Si tratta infatti della prima vera scissione dopo dieci anni costellati di addii, che si potrebbe organizzare intorno a una frattura tutt’altro che risanabile, di fatto parte del cuore vivo dell’elettorato grillino.

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