Baresi che hanno fatto la storia di Bari: Attilio Alto



VITTORIO POLITO –
Attilio Alto (1937-1999), ingegnere nucleare. Prima della carriera universitaria, lavorò per qualche anno per la Breda Termomeccanica nel campo degli impianti di dissalazione dell’acqua marina.

L’Ing.  Attilio Alto, nel corso della sua lunga carriera accademica, ha mostrato una spiccata attitudine multidisciplinare alla ricerca, approfondendo ed integrando diverse tematiche. L’Attività scientifica è testimoniata da una vasta e diversificata produzione e da una costante collaborazione con riviste specializzate nazionali ed internazionali.

Nel 1969, iniziò la carriera universitaria come assistente universitario e professore incaricato, perfezionando i propri studi presso l’Institut Supérieur des Matériaux et de la Construction Méccanique a Saint Ouen di Parigi, il Department of Mechanical Engineering dell’Università del Vermont e il Department of Materials dell’Università della California (Stati Uniti).

Nel 1980 divenne Ordinario di Tecnologia dei Metalli presso la Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Bari, mentre nell’anno successivo fu direttore dell’Istituto di Tecnologie fino al 1984, allorché fu eletto preside della Facoltà, quindi direttore del Dipartimento di Progettazione e Produzione Industriale.

Fu Rettore dell’Università di Bari dal 1986 al 1991, sostenne la realizzazione di una rete interconnessa di università e centri di ricerca, promuovendone anche la nascita dei poli decentrati di Taranto e Foggia, destinati a divenire in breve tempo Università autonome.

Nel 1991 si dimise dalla carica di Rettore dell’Università per assumere quella   del neonato Politecnico, la cui costituzione l’aveva fortemente voluta. A lui si deve anche la nascita della seconda Facoltà di Ingegneria nella sede di Taranto.

Nel 1987 iniziò la collaborazione scientifica con l’Università della Repubblica di San Marino, partecipando al Comitato Scientifico Esecutivo Ordinatore e successivamente con la carica di direttore del Dipartimento di Economia e Tecnologia.

Nel 1994 si dimise dalla carica di Rettore del Politecnico di Bari, per assumere quella di Rettore dell’Università di San Marino, appena fondata. Stabiliva così il record di aver ricoperto ininterrottamente la carica di Rettore presso tre diverse università.

La storia professionale si intrecciò negli ultimi anni della sua vita nel settore bancario pugliese: prima come Presidente della “Caripuglia” (1996) e, poi in seguito alla costituzione della “Carime”, come vicepresidente. Fu inoltre consigliere della Fondazione della Cassa di Risparmio di Puglia e Medio Sud, e copresidente dell’Osservatorio di Banca Intesa.

Attilio Alto fu l’uomo del “fare” che non amava il protagonismo, intese il suo ruolo come quello di un “impiegato” dell’Università. Nel suo ultimo discorso, in occasione dei 50 anni della Facoltà di Ingegneria, lesse una specie di testamento spirituale che si concluse con la seguente frase “Le nostre storie personali di molecole d’acqua del fiume non contano, è l’intreccio e l’insieme delle storie di tutti, nessuno escluso, che conta”.

In un libro da me curato con Francesco Mininni e Matteo Gelardi “Il Dialetto – Dignità di comunicazione, dignità sociale”, pubblicato con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Puglia, nell’ambito delle attività dell’AIERRE, Associazione Internazionale Ricerca e Recupero della Comunicazione Umana, il prof. Attilio Alto, ci onorò della Prefazione, sottolineando che «Ben vengano gli studi e le opere sul dialetto; come questo dell’AIERRE, il cui valore culturale è degno di plauso in quanto costituisce la concretizzazione di uno sforzo volto al bene, eticamente orientato a quella eco-comunicazione fra esseri umani non mediata da artefatti linguistici o tecnologici e quindi naturale».

È autore di circa 70 lavori scientifici, pubblicati su riviste specialistiche nel corso della sua carriera.

Il Comune di Bari lo ricorda con l’intestazione di una strada a Palese: Vico IV Lungomare Massaro.

Le notizie di cui sopra sono state riprese dal testo “Scienziati di Puglia – secoli V a.C.-XXI d.C.” a cura di F.P. de Ceglia (Adda editore).

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