Giffoni, Marcella Gargano Direttrice del Mur: ''Ai ragazzi consiglio di studiare per avere più strumenti per capire il mondo''

 


Incontro alla IMPACT! indossando la maglietta della venticinquesima edizione del Festival:

“Sono stata giurata, è davvero una grande emozione tornare qui”

A Giffoni riserva una sorpresa: la maglietta con cui ha partecipato alla venticinquesima edizione del Festival, da giurata. La indossa e la mostra con orgoglio arrivando alla Cittadella del Cinema. Marcella Gargano, direttrice generale per la formazione universitaria, l’inclusione ed il diritto allo studio, non nasconde l’emozione di ritornare a Giffoni in rappresentanza della Ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa: “Essere qui dopo venticinque anni – ha detto – mi riempie di gioia. Giffoni è stato capace di evolversi, di cambiare aprendosi a nuove esperienze. Questa mi sembra la principale caratteristica grazie alla quale continua a crescere anno dopo anno”. 

La visita alla Cittadella del Cinema, poi alla Multimedia Valley ed il saluto con il direttore Claudio Gubitosi ed il presidente dell’Ente Autonomo Giffoni Experience, Pietro Rinaldi e, infine, l’incontro con i ragazzi. Tanti, infatti, sono stati gli spunti emersi nel corso del confronto che rientra tra gli appuntamenti della sezione IMPACT!

Il sistema universitario ai tempi del Covid, come è cambiato e come si è adeguato alle esigenze sorte con la pandemia? “Ci siamo trovati – ha dichiarato la direttrice Gargano – in un’emergenza non prevista ed in pochissime settimane è stato necessario adeguare il sistema universitario alle nuove esigenze. Il sistema si è rivelato, a mio avviso, molto resiliente. Adesso è tempo di recuperare e custodire quanto di buono è emerso in questa fase e di programmare. Confido nella capacità di dialogo con le istituzioni. Il Piano di Ripresa dà la disponibilità di nuove risorse. Servono, perciò, idee progettuali valide. Le buone pratiche non dobbiamo solo osservarle, ma dobbiamo realizzarle”.

I ragazzi in sala chiedono come poter essere maggiormente partecipi della loro vita universitaria e come l’università possa interpretare al meglio le loro aspirazioni: “Giffoni – ha continuato Marcella Gargano – rappresenta un modello in questo senso. Qui i ragazzi sono protagonisti. Lo stesso si può fare all’interno del sistema universitario, facendo sentire la propria voce in maniera costruttiva. Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari è uno strumento ed è un interlocutore per il Ministero che lo consulta spessissimo, ance quando non vi è obbligo. È così che vogliamo valorizzare il coinvolgimento degli studenti”.

Si lavora per tutelare il diritto allo studio: “La direzione – ha spiegato Gargano – che dirigo ha come missione quella di portare verso la formazione universitaria quante più persone è possibile. Non tanto quelli che già sono decisi a frequentare un ateneo, quanto quelli che non sono convinti o quelli che non hanno possibilità di farlo. Diritto allo studio significa borse di studio, significa servizi che avvicino un numero sempre crescente di studenti. Abbiamo introdotto nuove misure per questo, aumentando la fascia dell’esonero totale e quella dell’esonero parziale oppure aumentando le possibilità legate alla residenzialità universitaria. Inoltre, abbiamo predisposto un provvedimento che introduce misure di sostegno per gli studenti che hanno avuto condizioni di disagio legate proprio alla pandemia. A questo riguardo la Ministra Messa considera prioritario dare la possibilità alle università di organizzare un servizio di consulenza psicologica che viene sempre maggiormente richiesto dagli studenti”.


I dati italiani relativi al numero dei laureati e soprattutto alla occupazione successiva all’ottenimento del titolo universitario non sono rassicuranti. Ecco perché è arrivato il tempo di programmare a medio termine: “L’università – ha concluso la direttrice Gargano – deve continuare a svolgere un ruolo di ascensore sociale. Credo molto, perciò, nell’orientamento per una scelta del proprio percorso sempre più consapevole, perché così si possono comprendere al meglio le proprie abilità e le proprie vocazioni. Oggi, con le aspettative di vita che ci sono e le esigenze di flessibilità che il mondo del lavoro presenta, lo studio non si interrompe mai. Bisogna perciò comprendere che le carriere formative incrociate e la multidisciplinarietà danno maggiori opportunità. I ragazzi devono convincersi che vale la pena studiare perché è studiando che si acquisiscono più strumenti per far fronte alla complessità che oggi il mondo presenta. Dal canto suo l’università deve recuperare una dimensione più umana. A questo fine servono anche più docenti per riequilibrare il rapporto con il numero degli studenti. L’impegno, perciò, è di dare vita ad un piano decennale di reclutamento dei professori. Sono certa che questa programmazione darà i suoi frutti”.


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