I dipendenti che non si vaccinano possono essere sospesi?


ROMA - L'obbligo di vaccino è stato imposto ai sanitari e si dibatte sull'estensione agli insegnanti, mentre si discute sulla fondatezza giuridica della norma. La giurisprudenza sembra dare ragione ai datori di lavoro, anche quando hanno bloccato l'erogazione degli stipendi.

In particolare la vicenda è avvenuta prima dell’approvazione del decreto che, lo scorso maggio, ha imposto l’obbligo di vaccinazione per i lavoratori sanitari (art 4 Dl 44/2021). L’ordinanza di Modena, come ricostruito dal Sole24Ore, evidenzia che il datore di lavoro si pone come “garante della salute e della sicurezza dei dipendenti e dei terzi che per diverse ragioni si trovano all'interno dei locali aziendali”.

Ai sensi dell'articolo 2087 del Codice civile, “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro". Il Tribunale ha poi ricordato che una direttiva dell'Unione Europea ha incluso il Covid-19 tra gli agenti biologici per cui è obbligatoria la protezione anche negli ambienti di lavoro.

Dall'ordinanza viene sottolineato poi che, anche se il rifiuto a vaccinarsi non può dar luogo a sanzioni disciplinari, può comportare conseguenze sul piano della valutazione oggettiva dell'idoneità alla mansione. In sostanza, per chi lavora a contatto con il pubblico oppure in spazi chiusi vicino ad altri colleghi, la mancata vaccinazione può costituire un motivo per sospendere il lavoratore senza retribuzione.

Non è sufficiente dunque l’utilizzo di mascherine per evitare di essere sospesi dalle proprie mansioni. In precedenza, in riferimento a vicende simili a quello di Modena, alla stessa conclusione erano arrivati il Tribunale di Belluno e quello di Verona. Anche in questi casi, i giudici competenti avevano basato la loro pronuncia sull’art. 2087 del codice civile e sulla direttiva Ue sulle azioni preventive contro la diffusione di malattie nei luoghi di lavoro.

Confindustria si dice favorevole alla richiesta di presentazione del Green pass per accedere ai luoghi di lavoro e propone in sintesi lo spostamento ad altre mansioni oppure la sospensione in caso contrario. L’idea ha subito incontrato il no di sindacati e in particolare del Movimento Cinque Stelle.

Il ministro della Salute Speranza ha dichiarato, in proposito, che "In questi mesi il Paese ha retto anche perché le forze sociali hanno saputo lavorare insieme. Spero che anche nei prossimi giorni le rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro potranno ancora sedersi a un tavolo e trovare le soluzioni migliori. Sono scelte delicate che hanno a che fare con la vita delle persone e vanno decise insieme".

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