L’asino? Un animale buono, umile e intelligente


VITTORIO POLITO -
Leggo una storiella con protagonisti un asino, una tigre e un leone che si conclude con la condanna dell’asino con la seguente frase: “Non perdete tempo a discutere con gli asini”. Ma, pare, che così non è. Infatti l’asino è considerato una bestia intelligente che si è fatta una cattiva nomea per la sua eccessiva bontà.

L’asino è considerato più intelligente del cavallo ed anche più coraggioso, anche se si rifiuta di essere condotto in battaglia ma, se portato nella mischia, se la cava abbastanza bene e senza la paura che spesso invade il cavallo.

L’asino rappresenta l’animale a cui l’uomo ha riposto più fiducia e confidenza: infatti compare in ogni aspetto della vita del passato per l’aiuto nel lavoro, per la compagnia, ecc. Egli è presente anche nelle sacre scritture con la celebre Asina di Balaam che parlò per frenare la stoltezza del padrone (Numeri 22.22). Lo ritroviamo nella mangiatoia di Betlemme, nell’accompagnare Gesù, Giuseppe e Maria nella fuga in Egitto e lo incontriamo anche nell’accompagnare Cristo a Gerusalemme. Secondo san Gerolamo (o san Geronimo), l’asino significa l’Antico testamento e il bue il Nuovo; per san Bernardo l’asinello è il simbolo della pazienza virtuosa. L’asino e il bue, legati soprattutto alla simbologia del presepe, sono animali umili e lavoratori.

Molti i significati simbolici legati a questo animale: fatica, lavoro, mitezza, testardaggine, ostinazione, umiltà, ma è considerato un animale che fa una vita grama e faticosa. In una parola è l’animale dei poveri.

Ed ora vediamo cosa dicono i proverbi in merito.

“Meglio un asino vivo che un dottore morto”. Meglio una cosa modesta disponibile che una di valore i cui non si può usufruire.

“Chi lava la testa all’asino perde ranno a sapone”. Chi compie azioni buone verso persone volgari e rozze, perde inutilmente il suo tempo, poiché è noto che gli asini non vengono lavati e strigliati come i cavalli. Il ranno o liscivia è una soluzione detergente ottenuta filtrando un miscuglio di cenere di legna in acqua bollente, usata un tempo per fare il bucato.

“Dove cade l’asino, cade il padrone”. Il padrone, spesso, segue l’asino a pochissima distanza, per cui non vede il pericolo nel quale, cadendo la bestia, cade anche lui. Ossia chi segue per abitudine uno stolto o un incapace, si procura un danno.

“Chi è asino torna alla stalla”. Ovvero chi ha una determinata natura, anche se cambia vita o paese, torna alle sue abitudini e si rivela per quello che è, come l’asino che anche se si allontana, dopo qualche tempo ritorna alla sua stalla.

“Dall’asino non cercar lana”. Non chiedere a nessuno quello che non ha.

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