Libri, Santi dei vicoli e delle corti: un viaggio tra le edicole votive di Bari vecchia
PIERO LADISA – Tra i fiori all’occhiello che caratterizzano il Borgo antico di Bari figurano senza ombra di dubbio le edicole religiose, dei veri e proprio altarini che impreziosiscono palazzi, case o gli archi più importanti del quartiere San Nicola. Chi visita quotidianamente i vicoli succitati non può non ammirarne la bellezza che dona a questi luoghi un carattere del tutto unico e forse inimitabile. Sulle edicole recentemente è uscito un interessante volumetto scritto da Michele Fanelli dal titolo Santi dei vicoli e delle corti. Le Edicole religiose. L’annicchie de Bare vecchie (Progedit, pp 180, € 18).
Il libro di Fanelli, amante del vernacolo e della tradizione popolare, nonché presidente del Circolo Acli Dalfino, non solo racconta la storia delle numerose edicole presenti a Bari vecchia (ben 240, di cui 40 dedicate a San Nicola) ma soprattutto è un’opera di denuncia per contrastare il degrado in cui alcune di esse versano. Manca infatti la dovuta manutenzione che nella maggior parte dei casi viene effettuata da privati cittadini e non da organi competenti preposti alla salvaguardia di questi cimeli storici, che hanno scandito la vita di tanti baresi e che continuano ad essere carattere identitario di quei precisi luoghi.
Non certo un biglietto da visita importante per una città votata sempre più al turismo attraverso anche il culto di San Nicola che ogni anno attira, con il suo culto, migliaia di pellegrini. Bisognerebbe fare di più, molto di più, per preservare un autentico fiore all’occhiello della cultura barese.
Il libro di Fanelli, amante del vernacolo e della tradizione popolare, nonché presidente del Circolo Acli Dalfino, non solo racconta la storia delle numerose edicole presenti a Bari vecchia (ben 240, di cui 40 dedicate a San Nicola) ma soprattutto è un’opera di denuncia per contrastare il degrado in cui alcune di esse versano. Manca infatti la dovuta manutenzione che nella maggior parte dei casi viene effettuata da privati cittadini e non da organi competenti preposti alla salvaguardia di questi cimeli storici, che hanno scandito la vita di tanti baresi e che continuano ad essere carattere identitario di quei precisi luoghi.
Non certo un biglietto da visita importante per una città votata sempre più al turismo attraverso anche il culto di San Nicola che ogni anno attira, con il suo culto, migliaia di pellegrini. Bisognerebbe fare di più, molto di più, per preservare un autentico fiore all’occhiello della cultura barese.