Locorotondo, presentato il progetto Biovexo: test curativi e preventivi per il controllo della Xylella in Puglia

BARI - Una sperimentazione parallela tra Puglia e Spagna per testare una possibile soluzione per il controllo del batterio Xylella fastidiosa, che continua a danneggiare gli uliveti pugliesi. Una delle aree in Europa maggiormente colpite, con un impatto sulla produzione di olive tra il 65 e l’80%, che ha portato a dover distruggere veri e propri tesori naturalistici, come gli olivi secolari di 400 anni. Un danno che inevitabilmente si è riflesso anche nell’economia locale – si stima che diverse migliaia di posti di lavori siano stati persi – così come in altri Paesi europei come Spagna, Portogallo e Francia.

Il progetto Biovexo:

Da qui nasce il progetto Biovexo, al centro dell’incontro ‘BIOVEXO Xylella Forum: Status quo, aspettative e ricerca’ tenutosi giovedì 28 ottobre al Centro di Ricerca e Sperimentazione e Formazione in Agricoltura "Basile Caramia" di Locorotondo (Bari), con la partecipazione di esperti delle istituzioni scientifiche coinvolte, rappresentanti della Commissione Europea, dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), enti pubblici regionali e olivicoltori locali. Il progetto, che ha ricevuto un finanziamento europeo nell’ambito del Bio Based Industries Joint Undertaking, è stato lanciato nel 2020, finalizzato alla verifica in campo dell’efficacia di 6 bioformulati a basso impatto ambientale per il controllo del batterio e del Philaenus spumarius, principale insetto vettore della Xylella. Il progetto vede un partenariato internazionale che coinvolge accademie e imprese da Austria, Belgio, Spagna e Italia, che è rappresentata dalla Sede di Bari dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR e dal Centro di Ricerca e Sperimentazione e Formazione in Agricoltura "Basile Caramia" di Locorotondo.

In Puglia la sperimentazione è partita il 1° maggio del 2020 nell’area del Salento: le prove curative sono in corso su piante infette da Xylella nelle campagne di Brindisi e Latiano, mentre le prove preventive – finalizzate a determinare se sia possibile prevenire l’infezione su impianti giovani di olivo - sono state allestite in campi sperimentali localizzati ad Avetrana e Brindisi. In totale sono circa 200 le piante interessate per ogni campo, e per le prove preventive sono state piantate tra marzo e aprile 2020. Prove di campo analoghe sono condotte a Maiorca, in Spagna, e, in previsione, sui mandorli nella Spagna continentale. I bioformulati sono stati selezionati in base a precedenti evidenze scientifiche che ne indicavano la potenziale efficacia nel contrastare le infezioni di Xylella in pianta e nel controllo delle popolazioni del vettore Philaenus spumarius. Per questi ultimi, si valuta l’efficacia di bioformulati ad azione insetticida sia sulle forme giovanili che su quelle adulte di Philaenus spumarius.



Le prossime fasi del progetto:

Il progetto Biovexo prevede una fase preliminare per lo screening dei bioformulati sia nei confronti del batterio che del vettore, su scala più ridotta, ed una fase successiva per un periodo di validazione di tre anni con i prodotti che si saranno mostrati più efficaci, da testare su larga scala.

In linea con le aspettative della strategia EU Farm to Fork e di riduzione dei formulati di sintesi in agricoltura, Biovexo valuta l’efficacia di formulati di origine biologica, della loro sostenibilità, prevedendo anche lo studio del “ciclo di vita” e dell’eventuale tossicità. Al contempo vengono condotti studi per definirne il meccanismo di azione e la loro formulazione più efficace.

I bioformulati sperimentati non saranno una soluzione univoca per la lotta alla Xylella, ma andranno a integrare le azioni di contenimento dell’epidemia in regime di agricoltura biologica a supporto di misure di contenimento integrate. Potranno comunque trovare altri utilizzi anche in campo urbano. “È ad esempio auspicabile il loro impiego in aree residenziali – spiega Pasquale Saldarelli dell’IPSP - Istituto per la protezione sostenibile delle piante - per la gestione del verde pubblico e privato, delle bordure stradali e, in generale, in ogni applicazione in cui non sono ammessi gli impieghi di prodotti di sintesi o non praticabili gli interventi agronomici e meccanici”. I bioformulati utilizzati nel progetto Biovexo potrebbero poi essere impiegati nelle azioni per il controllo sostenibile delle infezioni e del vettore in nuovi impianti realizzati con cultivar di olivo resistenti (Leccino ed FS17) nelle aree infette. “La ripresa della coltivazione dell'olivo in Salento non potrà infatti prescindere dalla protezione degli impianti con il controllo dei vettori ormai a tutti gli effetti da considerare come primi Key Pest” conclude Saldarelli.

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