Proverbi e modi di dire contadini


VITTORIO POLITO
- Il proverbio che in latino significa “davanti al verbo, prima della parola”, è una massima, un detto che contiene in forma sintetica norme, consigli o massime tratti dall’esperienza comune, cioè dalla conoscenza popolare senza scomodare scuole filosofiche, insomma è il sentire di un popolo.

Anastasia Zanoncelli ha pubblicato per le Edizioni del Baldo, il tascabile “Proverbi e modi di dire contadini” (filosofia, scienza e fede, distillate nel tempo), nel quale ha raccolto i più comuni proverbi della società contadina, dalla memoria familiare personale e non.

L’autrice si pone anche una domanda: “A che servono i proverbi?”, alla quale ella stessa risponde: “Servono, per ritrovare una voce comune, che forse, proprio in questa confusione di informazioni, merita ancora di essere ascoltata. Servono per ricordarci che il sentire popolare, con la sua semplicistica rappresentazione della realtà, altro non è che l’espressione più verace e goliardica della vita”.

Per facilitare la comprensibilità delle massime, Anastasia Zanoncelli ha dovuto trascrivere in italiano proverbi di matrice dialettale provenienti da varie regioni. Com’è noto la lingua dialettale, è molto più caratteristica e più densa di significato rispetto alla versione italianizzata.

I proverbi sono divisi in vari capitoli: tempo e clima, animali, religione, donna e uomo, amicizia e solidarietà umana, stagioni della vita, virtù e vizi, amore e matrimonio, ecc.

Ricordo qualche proverbio riportato nel tascabile.

Essere come San Rocco e il suo cane. Detto di due amici considerati inseparabili, anche nella cattiva sorte, proprio come San Rocco e il suo fedele amico a quattro zampe.

Se ti vuoi fare un nemico, presta dei soldi all’amico. Cioè un buon amico è tale se non si tira indietro in tempi duri.

L’uomo si riconosce in tre maniere: in collera, alla borsa e al bicchiere. Quando un uomo è arrabbiato, o deve trattare questioni economiche, o è a tavola, spesso si scopre il suo vero carattere.

Può far sangue una rapa? Puoi pretendere da un incapace un atto di gentilezza e considerazione?

Comanda più la serva del prete che la moglie del sindaco. La perpetua, per la sua presenza costante in canonica, spesso aveva conoscenza dei fatti più intimi delle famiglie che si rivolgevano al sacerdote.

Meglio in vita un complimento che dopo morti un monumento. Ovvero onorare in vita, senza attendere eventi “irreversibili”.

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