La flora della magica Valle D'Itria

TERESA GENTILE – La Valle d’Itria è la magica valle in cui si riscontra la massima concentrazione di coltivazioni, piante verdi, piante officinali, masserie, case coloniche e trulli sparsi che, con simboli magici, testimoniano l’atavico bisogno dei nostri avi di proteggere i raccolti e sentirsi a loro volta protetti da Dio. I numerosi tetti conici assomigliano a cappelli di maghi o fate dimenticati tra filari di viti e paiono sprigionare scintille di luce dalle pietre livide, degradanti fino all’apice da cui sboccia come un fiore un candido pinnacolo che nei pleniluni brilla circondato da voli di lucciole, mentre grilli numerosissimi fanno serenate in uno scenario da favola.

Il territorio assomiglia a un presepe, è dolcemente ondulato e caratterizzato da avvallamenti, colline, tanto carsismo e confini poderali delineati da pareti. A far da civettuole e candida cornice, sulle alture circostanti, le cittadine di Martina Franca (TA), Alberobello (BA), Locorotondo (BA), Cisternino (BR) e Ceglie Messapica (BR), dove la valle si apre gradualmente alla piana salentina. Frutteti, uliveti e vigneti sono le coltivazioni predominanti grazie all’impegno profuso dai nostri avi e in tempi di guerra, carestia o epidemia anche dalle nostre ave che, pur appartenendo a varie etnie, seppero scambiarsi notizie su come dalle nostre piante e animali si potessero creare tessuti e impararono a tessere con i telai, a ricamare, fare filè e trasformare una valle sassosa e paludosa in terra da coltivare. La valle è oggi un susseguirsi di querceti, distese di vegetazione mediterranea e piante officinali che hanno effetti cromatici meravigliosi in un tripudio di colori che vanno dal verde dei piccoli boschi di querce ai secolari ulivi e ai vigneti, al bianco dei trulli e delle masserie sino alla “terra rossa” della campagna. È praticata la viticoltura da noi portata, assieme all’arte del ferro e della creta dai Greci (nella contrada Carpari di Martina Franca) e sono coltivati ulivi. Si producono vini tipici come il “Bianco Martina” e il “Bianco Doc Locorotondo”. Le nostre viti appartengono a numerose varietà (saracinesca, cupeta, cornetta, S. Martino, malaga, moscato ecc.).


Il vino è ricercato per fare vermouth. Foglie tritate di vite poste alle tempie guariscono l’emicrania. Contro i reumatismi si fanno fumigazioni di vino caldo con entro bollita la salvia. Sono coltivati cereali e legumi come grano tenero, orzo, avena, foraggio, fave, fagioli, ceci, piselli. Moltissimi sono gli alberi da frutto. Ci sono molte qualità di fichi: dottato, verdesca, limoncino, catenella, ricotta, ecc. Tanti sono i fragni, i lecci, le querce, gli aceri, ginepri, mirti, nespoli e meravigliose orchidee selvatiche. Frassini, roverelle, carpino nero, olmo, orniello, trovano un habitat favorevole. Numerose sono le specie arboree spontanee: perastro, corbezzolo, amarene selvatiche. Tra le numerosissime erbe e bulbi ricordiamo: l’edera, la cicoriella, la catalogna, il pungitopo, gli asparagi, il lampagione, la parietaria, l’ortica, l’origano, la malva, il prezzemolo, il basilico, la salvia.

Nella zona di Martina è presente la “Riserva Naturale Regionale Orientata Bosco delle Pianelle”, che è uno dei boschi più estesi della Puglia (1.205 ettari) e nasconde tracce di antichi percorsi della transumanza e della fede, masserie, jazzi, muretti a secco e ripari un tempo utilizzati anche dai briganti.

Nella magica Valle d’Itria è presente anche un Conservatorio Botanico dedicato a Pomona, dea latina dei giardini e dei frutteti, (nato nel 2004 dopo il trasferimento della sede originaria lombarda da Milano alla contrada Figazzano ad opera di Paolo Belloni che in 10 ettari custodisce trulli, masserie, realizza progetti rurali volti a salvare la biodiversità botanica, custodisce semi e molte varietà di alberi da frutta (fichi, limoni, albicocche, melograni, fichi, more, ribes, arboscelli e cerca di salvaguardare anche una alimentazione corretta e antiche tecniche di conservazione dei cibi). Basti pensare che ha rintracciato, tra l’altro, ben 135 varietà di alberi di fichi. Collabora con l’orto botanico dell’Università del Salento, ha fatto restaurare cisterne, muretti a secco e ha ottenuto la certificazione biologica di tutti i prodotti coltivati nella sua struttura (tel. 080.4317806). Pertanto è evidente come ci sia una crescente attenzione al passato e ciò consentirà di non recidere la magica e costruttiva collaborazione tra amministrazioni, botanici, studiosi, e agricoltori di varie nazioni. Ciò consentirà sempre più una fruttuosa circolazione di idee, esperienze, conoscenze che caratterizza da sempre il territorio della Valle d’Itria al di là di ogni frontiera; si conosceranno sempre meglio le nostre radici culturali e colturali e ci si proietterà con sicurezza verso un migliore futuro caratterizzato da accresciuto amore e rispetto per Madre Terra.

Questo è un fatto di CUORE! Conoscere tante piante stupende e anche utili per la nostra salute e vivere in Valle d’Itria equivale a cessare d’esser ‘ciechi’ e ‘sordi’ e tornare a veder la LUCE e godere dell’ARMONIA e della bellezza di una natura incontaminata.

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