Djokovic sarà espulso dall'Australia. Il tennista: "Sono profondamente deluso"

(ANSA /EPA)

SYDNEY - Il tennista serbo, al centro da giorni di una querelle mediatica senza precedenti, dovrà lasciare l'Australia e non giocherà gli Open: la Corte federale ha respinto il suo appello contro il governo. Il visto gli era stato negato per le irregolarità dei documenti sanitari per l'ingresso nel Paese.

Djokovic, che non è vaccinato, ha perso la battaglia per evitare l'espulsione dal Paese dopo che il governo ha annullato il suo visto per la seconda volta per motivi di salute pubblica.

I giudici della Corte federale hanno respinto all'unanimità il suo appello a rimanere per difendere il titolo all'Australian Open che si aprono domani. "La decisione del tribunale è che la richiesta sia respinta con le spese legali a carico del tennista", si apprende nella sentenza giunta alla vigilia dell'inizio del torneo durante il quale il serbo avrebbe tentato il record del 21° titolo del Grande Slam.

"Sono estremamente deluso dalla decisione della Corte federale". E' il commento a caldo di Djokovic. "Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in merito alla mia partenza dal Paese". "Ora mi prenderò un po' di tempo per riposarmi e riprendermi", ha aggiunto Djokovic in un comunicato affidato ai media. La decisione della Corte, "significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open". 

"Mi sento a disagio sul fatto che l'attenzione delle ultime settimane sia stata su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare ai giocatori, ai funzionari del torneo, allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio per il torneo. Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra, i tifosi e i miei compagni serbi per il vostro continuo supporto. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me", conclude.

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