30 anni fa l'inizio di Tangentopoli e Mani Pulite


NICOLA ZUCCARO
- Milano, lunedì 17 febbraio 1992. Mario Chiesa, presidente della Casa di Riposo denominata "Pio Albergo Trivulzio", viene arrestato mentre riceve una tangente da un imprenditore monzese che, stanco di dover pagare per lavorare, lo aveva denunciato e si era presentato ad un appuntamento per incastrarlo. Ingegnere ed esponente di punta del PSI milanese fu definito dal segretario nazionale dello stesso partito Bettino Craxi un "mariuolo isolato". Chiesa non ci sta e, dopo qualche tempo, dal carcere di San Vittore in Milano, scoperchia il sistema chiamato "Tangentopoli" e che si reggeva, in modo trasversale, su tangenti pagati a politici e partiti per ottenere appalti.

Delle indagini, si occupò un pool coordinato dal Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli e composto da Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo. L'avvicinamento delle elezioni politiche di aprile '92 costrinse questi magistrati al massimo riserbo, che terminò dopo la proclamazione dei relativi risultati con gli arresti e gli avvisi di garanzia. Nel febbraio 1993, per il filone "Enimont", figurarono tra gli indagati il segretario del PSI Craxi, il tesoriere della DC Severino Citaristi e con lui il segretario dello stesso Partito Arnaldo Forlani, oltre ai segretari del PRI Giorgio La Malfa e del PLI Renato Altissimo.

L'inchiesta, denominata "Mani Pulite", non risparmiò il PCI poi PDS, al punto da aprire il filone delle "tangenti rosse" e del quale si occupò il pubblico ministero Tiziana Parenti. Da questa specifica indagine emerse il nome di Primo Greganti che, soprannominato "il compagno G"- venne arrestato per aver intascato una tangente da oltre 1 miliardo di vecchie lire e della quale non hai mai fatto ammissione. Tangentopoli, oltre a determinare il tracollo del sistema dei partiti sul quale si reggeva la Prima Repubblica, segnò anche l'inizio di numerose inchieste giudiziarie, atte a debellare, a livello locale e nazionale, il fenomeno della corruzione in Italia. Esso, a 30 anni di distanza da Mani Pulite, come informano le cronache giornalistiche, resta ancora quel cancro da estirpare all'interno della classe dirigente e della classe politica italiana.

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