Il folklore pugliese non si limita alla Notte della Taranta


MARIO CONTINO -
Quando parlo pubblicamente di paranormale, ci tengo sempre a specificare che l'argomento deve essere inteso dal punto di vista folkloristico e quasi sempre riscontro titubanza nell'accettare che sia sempre lecito parlare di fantasmi, demoni, streghe ecc. dal punto di vista antropologico del fenomeno.

Alcuni dei miei interventi pubblici, anche scritti per questo giornale, hanno suscitato dapprima ironia negli scettici che forse si aspettavano un ricercatore in linea con i famosi Ghost Hunters americani, ossia un misto tra i Ghostbusters cinematografici e gli esorcisti, poi stupore dovuto al non riuscire a trovare materiale valido da utilizzare per schernirmi e quindi per screditare i miei interventi.

Folklore è un vocabolo inglese costituito a partire dalle seguenti parole: Folk, "popolo", e Lore, "tradizione", quindi identifica quelle forme di cultura popolare autoctone di un determinato luogo o popolo, tradizioni spesso tramandate oralmente e riguardanti conoscenze, usi e costumi, credenze popolari; miti, fiabe, leggende, musica, canto e danza ecc..

Nei miei numerosi libri ho sempre trattato l'argomento con la massima serietà, divulgando storie di castelli infestati, fantasmi autostoppisti, demoni, folletti dispettosi, streghe e stregoni.

Anche questo è folklore, anche questi sono racconti da salvaguardare, valorizzare e divulgare.

Esiste in Puglia la famosa”Notte della Taranta”, dedicata alle danze e alle musiche tradizionali (soprattutto la pizzica salentina), un evento che ormai attira turisti da tutto il mondo e l'attenzione dei mass media nazionali ed internazionali.

Questa lodevole iniziativa dovrebbe spronare le amministrazioni pubbliche ad impegnarsi maggiormente nella valorizzazione di quelle leggende che potrebbero rappresentare un valore aggiunto per la nostra bella regione

In alcune nazioni, ad esempio in Inghilterra, in Romania, esistono addirittura percorsi turistici studiati per gli amanti del mistero e delle leggende, tragitti guidati tra castelli infestati, foreste magiche o maledette, grotte misteriose e chi più ne ha più ne metta.

Tali realtà, tale offerta, arricchisce queste aree contribuendo allo sviluppo socioeconomico e culturale, attraverso l'agevolazione di un turismo diverso dal solito, destagionalizzato e diversificato.

Perché non avviene anche in Puglia?

Perché purtroppo il pregiudizio e l'ignoranza trasformano quello che potrebbe diventare una ricchezza in un dettaglio ridicolo e insignificante, qualcosa da nascondere invece che mostrare con ogni mezzo possibile.

Questa mentalità retrograda contribuisce alla scomparsa delle antiche tradizioni che io, e purtroppo pochi altri, continuiamo incessantemente a divulgare.

Mia cara Regione Puglia, svegliati, hai un tesoro inestimabile chiuso in un “magico” cassetto, usalo.

I “matti sognatori” come il sottoscritto saranno sempre pronti a contribuire su questo sin troppo trascurato fronte culturale.

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