Arte e Psiche nelle opere di Hélène Delanoë


LECCE - Sabato 30 Aprile 2022 è stata inaugurata la mostra antologica “Un viaggio alchemico in tre atti” di Hélène Delanoë a cura di Dores Sacquegna alla presenza di personalità italiane e francesi del mondo dell’arte, della cultura e della musica d’autore di cui anche i musicisti salentini Angelo Urso (contrabbassista), e Antonio Cotardo (flautista), che, durante la cerimonia inaugurale, hanno evocato le opere dell’artista con una spettacolare performance di sound painting.

Una occasione unica per vedere questa interessante mostra a Lecce – presso la Fondazione Palmieri e per pochi ma intensi giorni – in anteprima in Italia. Una selezione di 21 opere realizzate dal 2010 ad oggi e suddivise in tre momenti di indagine di cui: La Materia vulcanica, Il viaggio e lo stereotipo dell’altro, l’omaggio alla cultura pittorica dell’estremo Oriente; un percorso artistico visivo dell’artista francese, intriso di una forte connotazione antropologica che va di pari passo con la sua vita e i suoi studi in Africa e in Oriente ma anche nel resto del mondo da Sud a Nord sino all’osservazione diretta presso i vulcani in Italia, in Spagna e sull’isola francese di Réunion nell’Oceano Indiano ad est del Madagascar.

Con Materia Vulcanica, primo ciclo di indagine, l’artista si ispira all’evoluzione del mondo dalla sua nascita primordiale, ai suoi flussi magmatici, incandescenti e catramosi, e porta in mostra, opere graffianti, materiche, colature e spruzzi, evocando la crosta terrestre e le eruzioni vulcaniche. Tra le opere di questo ciclo si segnalano Volcan de mer, Matiere Volcanique Rouge, Noir, Catharsis, Transmutation.

Il secondo ciclo dal titolo Il viaggio e lo stereotipo dell’altro, è legato al tema del viaggio e della scoperta; l’artista rende omaggio alla curiosità esplorativa degli audaci viaggiatori del XVI e del XIX secolo, con opere come A la découverte du nouveau monde, ma anche Lanzarote e L’ile au Tresor, realizzate con assemblaggi di fotografie, incisioni e vecchie mappe e che evocano i mitici viaggi antropocentrici di Cristoforo Colombo. Tra le opere più recenti, l’assemblaggio di Love e Parcours.

Nel terzo e ultimo ciclo di indagine, l’artista rende omaggio è alla cultura pittorica dell’Estremo Oriente, alla sua nozione di vuoto, di serenità, di evocazione Zen. Questi dipinti si contraddistinguono dal primo ciclo, per la crescente variabile della luce, espressa nelle nuances dei grigi, dei blu e del bianco cremoso. Qui i confini si dilatano, diventano liquidi, metamorfici, sonori e frammentati in dittici e trittici, a cui appartengono opere come Blue, Arches sonores, sino ad approdare alle più recenti dedicate ai Planètes bleues e alle sonorità del cosmo.

Una mostra con una forte connotazione metaforica e antropologica, un percorso tematico che esalta la plasticità della materia, evoca il movimento e il suono. Un viaggio dentro e fuori i confini del mondo. La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Primo Piano Edizioni.

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