Vitalità d’Oltralpe in Puglia. Due parole con il Console Onorario di Francia a Bari Stefano Romanazzi

(S.E. il Console di Francia a Bari Stefano Romanazzi)
ROBERTO BERLOCO -
Qui appresso, un’intervista al Console Onorario di Francia a Bari, S.E. Stefano Romanazzi. Le sue risposte permettono di gettare luce sopra una delle presenze, quella d’una rappresentanza d’Oltralpe, più interessanti all’interno della regione pugliese, con risvolti importanti sul piano economico, ma pure culturale e sociale

D.: Eccellenza, Lei è Console Onorario di Francia a Bari. Anzitutto, vorremmo che ci parli di Lei, spiegandoci di cosa consista nel concreto il Suo ruolo all’interno del territorio che ricade nella Sua sfera di competenza.

R.: La ringrazio per l’Eccellenza, ma questo é un titolo riservato a ben altro tipo di autorità, mi accontento più semplicemente di un Sig. Console. Ho svolto gran parte della mia adolescenza all’estero avendo studiato in un collegio in Svizzera, dove ho imparato il francese oltre che l’inglese e lo spagnolo. Appena diplomato ho vissuto in Francia dove cercavo di alternare gli studi al lavoro che ho svolto presso la FIAT France. Durante la seconda metà degli anni ’80, rientrato in Italia per seguire l’attività dell’azienda di famiglia, ho cominciato ad occuparmi del Consolato di Francia in qualità di “segretario/tuttofare” affiancando mio padre nella sua funzione di Console. Nel 1991 sono stato nominato Console Onorario avendo conseguito l’Exequatur - una sorta di patente da parte del Ministero degli Affari Esteri - e, quindi, posso dire che sono 30 anni che rappresento la Francia, prima solo per la città di Bari e poi per tutta la Puglia.

Voglio precisare che questa attività è svolta a titolo assolutamente “grazioso”, il Console Onorario non percepisce alcun compenso per le sue funzioni, beneficia invece di alcuni importanti privilegi solo ed esclusivamente durante lo svolgimento degli impegni.

La funzione del Console Onorario é cambiata durante il corso degli anni grazie allo sviluppo dei rapporti inter paese legati alla nascita dell’Europa Unita (parlo ovviamente dei paesi legati a questo Organismo), in passato ci si occupava naturalmente dei problemi sia dei cittadini residenti che di quelli di passaggio, ma spesso eravamo chiamati a fornire assistenza per quanti, avendo lavorato all’estero, avevano problemi per il recupero dei loro diritti, in alcuni casi potevamo sostituire i Notai (per atti semplici). A questa attività si aggiungeva il compito di rappresentanza non solo nelle manifestazioni ufficiali, ma anche intesa nel favorire la cooperazione e lo scambio sia culturale che economico.

La mia funzione oggi é principalmente orientata verso queste due ultime aree, assistenza per i francesi in difficoltà e rappresentanza oltre che osservatorio.

Vorrei citare alcuni fra gli eventi di maggior rilievo dell’ultimo periodo: la creazione presso i miei uffici di una unità di crisi in stretta collaborazione con l’Ambasciata Francese a Roma e con il  Consolato Generale sempre di Roma per affrontare l’emergenza legata al naufragio del traghetto NORMAN ATLANTIC, ove vi erano passeggeri francesi, risolta poi brillantemente; la realizzazione di diversi stages con gli studenti del Dipartimento di Scienze Politiche presso l’Università di Bari, che ha permesso di realizzare un partenariato con la città di Nancy che condivide con Bari il culto di San Nicola e la realizzazione della mostra Monsieur Morricone di locandine di film francesi, le cui colonne sonore sono state realizzate dal grande Maestro, nell’ambito dell’edizione 2019 del Bif&st, a lui dedicato.

D.: A Bari, più che in ogni altro grande centro cittadino pugliese, le impronte della cultura francese appaiono generose, quasi, da tempo, esista una sorta di legame emotivo che preceda o affianchi quello di natura storica, dovuto, quest’ultimo, sopra tutto, alla parentesi del reame di Gioacchino Murat in epoca napoleonica. A Suo parere, quali sono le ragioni di una tale fertilità nella ricezione del carisma culturale francese particolarmente nel capoluogo della Puglia?

R.: Bari, storicamente rappresenta forse più di ogni altra città pugliese, la nostra regione. Facile quindi che, dall’estero, questa sia la prima area che susciti interesse dal punto di vista economico e poi culturale. Indissolubilmente legata alla figura di Murat, la nostra città non manca di onorare il Generale Francese anche nei piccoli gesti, quando, ad esempio, ne riconosce l’opera descrivendo il suo primo impianto architettonico moderno. Ai giorni nostri, io penso al lavoro svolto da figure quali il Prof. Giovanni Dotoli, già  Ufficiale della Legione d’Onore e Commendatore dell’Ordine delle Palme Accademiche di Francia, che, con il suo instancabile lavoro fatto di saggi, pubblicazioni, convegni mantiene vivo il legame tra la nostra regione e la Francia. Inoltre, voglio ricordare il Prof. Domenico Doria, Direttore dell’Alliance Française, anch’egli insignito della Legione d’Onore, prezioso “consigliere” ai tempi dei miei esordi, attivissimo nella promozione della cultura francese nella nostra città. Vi è infine un lavoro capillare svolto dalle nostre Università in collegamento ormai da anni con i migliori istituti francesi (Università di Nantes per citarne uno) nella diffusione e per l’interscambio culturale fra le nostre realtà, cosa già in atto negli anni ’80 grazie alle connessioni che la nostra Tecnopolis aveva sviluppato oltralpe.

D.: Insieme a quella del Murat, esiste, però, anche un altro genere di reminiscenza storica, probabilmente meno noto e, temporalmente, assai più risalente. Si tratta della memoria legata alla parentesi di dominio francese nel Regno di Napoli, inaugurato da Carlo I d’Angiò con la vittoria di Benevento sugli Svevi, nel 1266. E, anzitutto in Puglia, le tracce edificanti di questa presenza non mancano. Solo per fare un esempio, quello della Fiera di San Giorgio a Gravina in Puglia, già esistente all’epoca ma che ricevette il primo, più importante impulso ordinatore proprio dai feudatari francesi, dal conte Louis De Beaujeu ad uno dei suoi immediati successori, il conte Jean De Monfort. Ecco, considerando che una certa porzione della storia di Francia abbia coinvolto la Puglia fin da epoche assai remote, anche apportando un beneficio sul piano del suo progresso economico, quanto crede che il Tacco d’Italia possa rappresentare oggi un riferimento privilegiato per gli imprenditori d’Oltralpe? Esempi d’investimento nel recente passato, d’altronde, non mancano (basti pensare alla Sanofi, attiva nel settore farmaceutico e con una consolidata presenza a Brindisi), mentre, se vogliamo stare ai mesi attuali, la novità della Atos, azienda francese specializzata nel digitale, con un fatturato di dodici miliardi ad anno, determinata ad investire da noi con l’assunzione già in corso di varie decine di unità e una sede a Poggiofranco.

R.: Le testimonianze del passaggio francese nel nostro territorio si perdono forse nella notte dei tempi, ma restano, oserei dire, attuali e presenti se vogliamo considerare la presenza, in Terra Dauna e, più particolarmente, nei paesi di Faeto e Celle San Vito, della lingua Franco-Provenzale che sarebbe precorritrice della moderna lingua francese, ciò dovuto fra l’altro al passaggio dei pellegrini che attraversavano la Via Francigena.

Da anni, la mia missione é stata di favorire lo scambio commerciale fra realtà locali e d’oltralpe. Il principale ostacolo che ho riscontrato é l’assoluta similitudine fra ciò che noi proponiamo in termini di prodotto e quanto invece attiene alla produzione francese.

La Puglia eccelle nel settore agroalimentare in tutte le sue province, ha sviluppato tecnologie d’avanguardia nel settore della meccatronica e dell’artigianato “industriale” .

Vi sono importanti aziende quali la MASMEC, il Gruppo Natuzzi , i produttori di calzature o i fasonisti che collaborano con le più importanti Firme dell’alta moda non solo italiana. Infine, da qualche anno, la nostra regione é fortemente concentrata nello sviluppo del settore turistico grazie  al progresso delle infrastrutture ed alla riscoperta e valorizzazione del proprio territorio … in pratica, tutte caratteristiche simili a ciò che la Francia offre sul Mercato.

Per anni, le ragioni del campanilismo da entrambe le parti hanno reso difficoltoso il dialogo.

Le grandi realtà industriali quali Sanofi che è diventata da poco EUROAPI, (operante nello stesso settore e partecipata di Sanofi), le catene commerciali, la società ALTRAN, operante nel settore dei servizi per citare alcuni grossi nomi, non rientrano in questo pensiero. Mi riferisco piuttosto a piccole e medie imprese come un tempo la Bélier, che, grazie allo sviluppo dell’area industriale di Manfredonia, aveva aperto la sua produzione di componenti meccanici in alluminio, legati quasi esclusivamente alla BOSCH, che hanno creduto nelle capacità del nostro territorio investendo. La strada è ancora in salita ma recentemente ho visto che la tendenza é positiva, ricordo la presenza ormai quasi istituzionale della Camera di Commercio Italo Francese di Marsiglia alle varie Fiere Campionarie che si tengono in Puglia, così come gli innumerevoli contatti di BUSINESS FRANCE ITALIA in zona, tesi proprio a sviluppare il dialogo tra imprese.

D.: Di sicuro, Lei conoscerà l’attivismo delle imprese dell’Alta Murgia, con eccellenze di primo piano in diversi settori e varie peculiarità che rappresentano un orgoglio che non ha bisogno di pubblicità per farsi largo sul mercato nazionale. Uno su tutti il Pane di Altamura, una prelibatezza alimentare che, da decenni, è un vettore commerciale di successo riconosciuto anche tra i più alti livelli istituzionali. Ritiene che pure questa porzione di Puglia possa rappresentare un centro attrattivo d’interesse per capitali o aziende d’Oltralpe?

R.: Come ho già avuto modo di dire, le basi per lo sviluppo degli scambi commerciali ci sono e, direi, ci sono da tempo. La Puglia detiene poi un primato nei confronti della Francia, poiché la Bilancia Commerciale pende a suo favore con quasi 200 milioni di euro in esportazioni (dati pre- covid). Io credo che la chiave stia nel favorire il contatto fra produttori di “semilavorati” dello stesso prodotto finale di entrambi i Paesi, affinché insieme possano, manifestando il meglio delle proprie tecnologie, portare sul mercato un prodotto di assoluta eccellenza.

D.: L’anno andato ha coinciso con il trentesimo di attività del Consolato Onorario di Francia a Bari e con il cinquantesimo del Corpo Consolare di Puglia, Basilicata e Molise.  Un evento, quest’ultimo, suggellato dalla redazione di un volume che ne pulsa la storia, a firma di Pierluigi Rossi, Console Onorario del Portogallo, ma pure con la realizzazione di un logo che richiama un simbolismo pregno di tradizione. Perché è così importante chiamare in causa il lavoro del passato tra l’attualità delle attività consolari? Quanto contribuisce alla qualità di queste la memoria di nomi, azioni ed eventi appartenenti a periodi risalenti?

R.: Victor Hugo ha scritto: “ l’avenir est une porte, le passé en est la clé ”, ciò che è stato nel passato serve a comprendere meglio e quindi migliorare nel proprio operato futuro. Trovo encomiabile il lavoro del collega Pierluigi Rossi, senza il quale, probabilmente, si sarebbero perdute le tracce di un’Istituzione il cui valore é inestimabile. Il Console Onorario svolge la propria attività gratuitamente, pone le basi in termini di rapporti con le istituzioni locali, affinché chi vuol fare impresa dall’estero trovi il terreno più fertile possibile - è di pochi giorni or sono la notizia che il Messico attraverso la visita del proprio Ambasciatore, qui in Puglia, accompagnato dal collega Francesco Maldarizzi Console Onorario del paese sudamericano, sia pronto (con operatori del settore) ad investire nel settore turistico qui da noi - ed infine é colui che, per primo, accorre in soccorso di chi subisce una disavventura in territorio straniero senza conoscere la lingua, prodigandosi affinché tutto passi per il meglio. Io stesso, non più tardi di due settimane fa, ho portato assistenza ad una giovane cittadina francese, in Puglia per uno stage in provincia di Foggia, che aveva subito grave un tentativo di violenza e, poi, qualche giorno più tardi, posso dire di aver concelebrato il matrimonio civile di una giovane coppia francese presso il comune di Polignano.

Se, poi, la vogliamo raccontare tutta… il logo per il 50enario del CC… l’ho realizzato io!!!

D.: Non è inusuale che cittadini francesi trovino in Puglia anche motivazioni personali per restarci e condurvi felicemente la propria esistenza. Situazioni del genere sono tutt’altro che rare, e, in alcuni casi, capaci di lasciare tracce che, per dignità, si fanno riconoscere a distanza di molto tempo. Un esempio è offerto dalla storia dei Milella Cartroux, un cognome che si spiega con l’evento del matrimonio di Josephine Cartroux, figlia dell’imprenditore nizzardo Prosper, con il benestante Luigi Milella, avvenuto intorno alla metà del XIX secolo. Oggi, il bel palazzo barese dei loro eredi ospita la sede dell’Alliance Francaise. Un altro esempio è quello della Famiglia Gorjux, di cui si ricorda ancora oggi Raffaele, figlio di un militare originario della Savoia e al quale si deve la fondazione de facto della “Gazzetta del Mezzogiorno” durante il Ventennio. Accanto a queste due storie, ce ne sono molte altre di privati meno noti che hanno intrecciato la propria esistenza con quella della terra pugliese, divenuta una patria d’adozione a tutti gli effetti ….

R.: Bisognerebbe citare a questo punto anche Pierre Ravanas (che dà il nome ad una delle vie cittadine) il quale, francese di Aix En Provence, è colui che ha introdotto nel XIX secolo le innovative tecniche di raccolta e molitura delle olive in Puglia in uso ancora oggi, installatosi poi definitivamente a Bitonto.

La Famiglia Gorjux… vi è un legame stretto tra la mia famiglia e la Famiglia Gorjux, con cui, per anni, abbiamo intrecciato intensi rapporti di lavoro condividendo l’attività della Gazzetta.

Mi permetto di suggerire la lettura del libro VIAGGIATORI FRANCESI IN PUGLIA NELL’OTTOCENTO del Prof. Dotoli, evitando così di dilungarmi e rischiare di far trasparire la mia ignoranza.

Potrei aggiungere, riferendomi al presente, che, dagli ultimi dati, i viaggiatori stranieri che soggiornano in Puglia sono poco più di un milione all’anno e, fra questi, circa l’11% è di nazionalità francese, sovvertendo tutte le statistiche passate, oltrepassando in numero gli inglesi ed i tedeschi che, fino a poco tempo fa, detenevano il primato.

La Puglia é ormai meta privilegiata per i francesi, tutto ciò nel solco di quanto dicevo poc’anzi riferendomi all’economia.

D.: Con la riconferma di Emmanuel Macron all’Eliseo, il Governo francese ha assicurato continuità alla sua linea sul tema Europa e, per le questioni recenti di maggior grido, anche su quello del conflitto russo-ucraino. Fin dal 24 Febbraio scorso, giorno che segna l’inizio dell’aggressione russa allo Stato di Kiev, da Presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, Macron ha portato avanti una posizione di ferma condanna nei confronti delle decisioni del Cremlino, senza dimenticare di conservare, però, una puntuale lucidità nella lettura degli eventi, anche al punto da smarcarsi da certi toni dell’alleato maggiore, quegli Stati Uniti d’America che fanno da perno fondamentale dell’Alleanza atlantica. “A questo atto di guerra” - aveva dichiarato - “risponderemo senza debolezza, con sangue freddo, determinazione e unità”, però senz’esitare nel correggere, successivamente, l’accusa di genocidio lanciata dal Presidente statunitense Joe Biden, a fronte di quelli che, ad oggi, possono essere realisticamente fatti rientrare nella categoria dei crimini di guerra. Ancora: dopo il discorso di Putin il 9 di Maggio, Macron ha richiamato gli Alleati a non “umiliare” Putin, pur serbando intatta la condanna dell’aggressione all’Ucraina.

A Suo parere, quanto può essere rilevante l’azione della Presidenza francese sul piano dei negoziati, considerando lo stallo di cui questi soffrono da diverse settimane e l’ambizione a vincere egualmente nutrita dai contendenti?

R.: Preferirei evitare di parlare di questioni politiche, fermo restando le mie convinzioni assolutamente contrarie all’uso della forza. Preferisco ricordare, invece, la firma dell’importante Trattato del Quirinale (dicembre 2021) che ha avvicinato ulteriormente i nostri due Paesi, offrendo preziosi spunti per lo sviluppo economico e culturale da cui la nostra regione potrà trarre grandi benefici.

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