
BARI - I numeri parlano chiaro: la tratta di esseri umani in Puglia è un fenomeno pervasivo in
continua trasformazione. I dati raccolti negli ultimi due anni dal progetto regionale “La Puglia
non Tratta 5, insieme per le vittime”, parlano di un aumento delle situazioni di sfruttamento
sessuale al chiuso nei centri abitati e negli insediamenti; persistono le condizioni di vita
disumane delle vittime, soprattutto nelle campagne della BAT e nel foggiano; sono cambiate le
modalità di reclutamento e assoggettamento che avvengono anche - e sempre più - attraverso
le piattaforme digitali tanto che la Commissione Europea ha dedicato a questo tema una delle
quattro direttrici principali della strategia nella lotta alla tratta 2022-2025.
La XVI Giornata Europea contro la Tratta di Esseri Umani, che si celebra oggi martedì 18
ottobre, rappresenta un’occasione per sensibilizzare cittadinanza e Istituzioni sull’importanza
della lotta alla tratta e della protezione delle persone vittima di grave sfruttamento. Un
problema che tocca tutti e che vede tutti come testimoni.
Grazie alla Giornata istituita nel 2006 dalla Commissione Europea, sono decine di migliaia le
vittime identificate. Ogni anno giovani donne, uomini, persone transessuali e minorenni
vengono reclutati da organizzazioni criminali transnazionali per essere sfruttati nell’ambito
della prostituzione, del lavoro gravemente sfruttato, dell’accattonaggio e delle economie
criminali forzate (spaccio e furti), dei matrimoni forzati e del traffico di organi.
Le difficoltà degli ultimi anni (la crisi sanitaria, quella economica e sociale, le guerre in corso)
hanno portato a nuove sfide, hanno condizionato le migrazioni e accentuato le vulnerabilità
preesistenti. In particolare nell’ambito dell’Emergenza Ucraina, le Istituzioni Europee, in
sinergia con i singoli Stati, si sono attivate per ridurre al minimo il rischio di tratta e grave
sfruttamento per i rifugiati ucraini.
Nel dettaglio in Puglia è diminuita la presenza delle vittime di tratta in strada (meno nel
tarantino e nel sud barese), forse soppiantata da forme al chiuso invisibili e legate all’uso del
digitale. Altri luoghi significativi di sviluppo del fenomeno di tratta sono i CARA (in particolare
Bari Palese), CAS e SAI, spesso fonte di forza lavoro, soprattutto giovanile (donne nigeriane,
anche minori, per lo sfruttamento sessuale; uomini, spesso bengalesi, per quello lavorativo).
Il progetto regionale “La Puglia non Tratta 5, insieme per le vittime” è finanziato dal
Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed è stato
rifinanziato sino al 29 febbraio 2024.
E’ la Regione Puglia a coordinare i 7 enti attuatori: la Cooperativa sociale comunità Oasi2 San
Francesco Onlus, la Cooperativa sociale a.r.l. C.A.P.S. Onlus, l’Associazione G.I.R.A.F.F.A.
Onlus, la Cooperativa sociale Atuttotenda, la Società cooperativa sociale MedTraining,
l’Associazione Micaela Onlus e la Comunità Papa Giovanni XXIII.
Al lavoro le Unità Mobili e gli sportelli della Rete regionale antitratta: 2.500 le persone
contattate negli ultimi due anni. L’85% di queste per sfruttamento sessuale e il 15% per
sfruttamento lavorativo,80% donne,17% uomini, 3% transgender. Le nazionalità più diffuse
sono nigeriana, bulgara, rumena, e colombiana (con grande turnover) per lo sfruttamento
sessuale, ghanese e marocchina per quello lavorativo, con un incremento dei bengalesi
soprattutto nella ristorazione. Le strutture di accoglienza totali in Puglia sono 15 tra case di
fuga, comunità di prima e seconda accoglienza, per uomini, donne e MSNA - Minori Stranieri
Non Accompagnati.
In tutte le province si rileva la presenza di stanziali irregolari (ultraquarantenni), in grave
marginalità sociale ed estrema povertà, con patologie psichiatriche e/o disturbi
comportamentali, situazioni di matrimoni forzati e violenza domestica, dipendenza affettiva.
Alle questioni legate alla tratta si sovrappongo richieste di aiuto legate ai problemi abitativi, a
quelli di salute mentale, alle dipendenze, alle violenze di genere e alle difficoltà genitoriali.
Anche l’accattonaggio è molto diffuso nelle aree urbane. Ogni giorno giovani uomini, in
prevalenza nigeriani, si spostano dal CARA di Bari o dalle periferie per raggiungere in treno le
diverse province della regione e mendicare fuori dai centri commerciali, supermercati, bar e
ristoranti.
Destinatari del progetto “La Puglia non Tratta” sono donne, anche in gravidanza e/o con
minori a carico, uomini adulti, minori stranieri non accompagnati, vittime di: sfruttamento
lavorativo (edilizia, agricoltura, ristorazione, lavoro domestico e assistenziale) e sessuale in
strada e/o al chiuso; forme di violenza e grave sfruttamento in accattonaggio e attività illegali
(matrimoni forzati, spaccio e furto conto terzi, etc.).
La rete nazionale dei Progetti Antitratta e il Numero Verde Nazionale si impegnano
nell’organizzare, nel rispetto delle prescrizioni volte a contrastare l’emergenza sanitaria, eventi
di informazione e sensibilizzazione uniti dall'hashtag #liberailtuosogno.
Per maggiori informazioni sugli eventi di sensibilizzazione in programma si invita a visitare: il
sito del Numero Verde (http://www.osservatoriointerventitratta.it/), le pagine Facebook del
Numero Verde (https://www.facebook.com/NVAntitratta/) e della 16° Giornata Europea
contro la Tratta (https://www.facebook.com/GiornataEuropeaControLaTratta/).
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