Osteoporosi: a Bari esperti internazionali per il XXII Congresso Nazionale SIOMMMS

BARI - L’identificazione del paziente fratturato o a rischio di rifrattura, i nuovi farmaci, il ruolo della vitamina D, il cui deficit contribuisce alla fragilità ossea. Sono alcuni dei temi che saranno affrontati da giovedì 13 a sabato 15 ottobre al The Nicolaus Hotel di Bari in occasione del XXII Congresso Nazionale SIOMMMS, la più importante società scientifica che in Italia si occupa dell'osteoporosi, delle malattie metaboliche dello scheletro e dei disordini del ricambio minerale.

Esperti internazionali saranno a Bari per confrontarsi sulle novità, ma anche e soprattutto per formare i giovani clinici e ricercatori, che arriveranno da ogni angolo d’Italia. Il prof. Iacopo Chiodini, Presidente SIOMMMS, professore associato dell’Università di Milano e primario del Centro Clinico e di Ricerca sulle Malattie del Metabolismo Osseo e Diabetologia all’Istituto Auxologico Italiano, spiega che Bari “non è una scelta casuale”. “Rappresenta, infatti, un importante polo di ricerca scientifica nell’ambito della nostra società”, sottolinea il presidente.

La novità del XXIII Congresso SIOMMMS è il maggior coinvolgimento dei giovani clinici e ricercatori, che interagiranno direttamente con esperti internazionali su tematiche di ricerca e organizzeranno un simposio su argomenti nuovi ma già importanti nell’ambito del metabolismo osseo. Ma l’appuntamento di Bari servirà anche a dare una spinta verso la ricerca scientifica, con simposi congiunti con ASBMR e ECTS. “Lo scopo è consentire quell’interscambio culturale che possa facilitare lo sviluppo di contatti con i gruppi di ricerca internazionali nell’ambito dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie metaboliche dell’osso”, sottolinea Chiodini.

Spazio anche alla pratica clinica su casi controversi o di frequente riscontro con sessioni di Meet-the-Experts e di casi clinici interattivi. “Questo congresso”, conclude Chiodini, “vuole essere giovane, internazionale, aperto alle novità della ricerca e soprattutto inclusivo”.

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