FRANCESCO GRECO - Prima il lockdown, le restrizioni durissime,
con l’aggiunta dei tragici eventi avversi e poi
i rumori della guerra poco distanti.
Tristezza infinita, depressione diffusa, e non
solo i “fragili”.
Che fare per ritrovare, nei limiti del
possibile, un po’ di serenità nell’animo? Se
lo deve essere chiesto la musicista
Francesca Graziani da Castrignano del Capo
(il paese di Eupremio Fersino, star della
musica popolare), che ha avuto un’idea del
tutto originale: e se la musica entrasse nelle
case della gente, i musicanti invadessero le
stanze con i loro strumenti portando
l’allegria e i ritmi della ricca tradizione
popolare di Terra d’Otranto, fra stornelli e
canzoni di terra, d’amore, di lavoro, di
passioni, quelle che un tempo, nell’altro
secolo, si cantavano e suonavano alle feste
di paese, sulle aie delle masserie, ai
matrimoni, etc.?
E’ bastato far girare l’idea sui social e
subito il cellulare di Francesca ha iniziato a
squillare ininterrottamente: tutti vogliono
la musica a domicilio.
Ogni sera di questo autunno che sensuale
scivola nell’inverno è un concerto in un
paese del Salento: da Morciano a Patù, da
Leuca a Tricase, da Gagliano a Taurisano,
etc.
I “fissi” del gruppo sono Francesca e il suo
papà 82enne Vincenzino, a cui poi si
aggregano poi i tamburellisti (lei li chiama
“pizzicati”) attratti dalla prospettiva di una
serata divertente e spensierata, che dura
fino a notte, con i piatti tradizionali
preparati dalla padrona di casa: le
immancabili “pittele” (frittelle natalizie
ormai presenti sulle tavole in ogni periodo
dell’anno) per prime.
Da Morciano (Pozzo Pasulo) a San
Gregorio (Patù), Francesca e suo padre
sono attesi con ansia dalle famiglie e tutto il
vicinato.
E dire che padre e figlia sono autodidatti:
“Suoniamo per passione…”, spiega
Francesca (sposata e madre), che aggiunge:
“Papà suona a orecchio la fisarmonica da
quando aveva vent’anni… Se la comprò in
Svizzera dove era emigrato e da solo imparò
a suonarla… Sono cresciuta ascoltando la
sua musica, la sua passione mi ha
contagiato…”.
Francesca è figlia, ma anche nipote d’arte:
“E’ vero, nonno Michele infatti suonava
l’armonica a bocca e il tamburello e
cantava…”. In paese lo ricordano tutti: lo
chiamavano a rallegrare i matrimoni: aveva
una voce forte e potente, nell’altro secolo,
niente microfoni né amplificazioni.
L’eco dei loro concerti è giunta sino a
Lecce dove vive Enzo Petrachi, altro figlio
d’arte: il padre Bruno, il menestrello del
folk mancato nel 1997 (“Core presciatu” e
“La coppula” le sue cover più gettonate)
infatti è famoso nel Salento e all’estero
(Svizzera e Germania soprattutto).
I Graziani hanno ricevuto la visita
dell’erede della tradizione della musica folk
e ne sono orgogliosi (nella foto) e insieme
hanno suonato. Enzo (Lecce, 1967) è stato
così contento che commosso ha scritto in un
post sui social: “E’ stato come aver suonato
col mio papà… Questa è la mia gente.
L’umiltà non si studia nè si compra. Buona
vita alle persone con questi valori”.
E lunga vita ai Graziani, che continuano la
tradizione della musica che nasce dal
popolo e dalla sua anima antica e nobile e
adesso entra direttamente nelle sue case per
scaldare i cuori, emozionare le menti.
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