Andrea Delogu al Vignola di Polignano a Mare con “40 e sto”: il suo bagaglio nel viaggio oltre gli schemi e i luoghi comuni


TINA RAUCCI
- Grande attesa a Polignano a Mare e ad Ostuni per “40 e sto. Manuale di sopravvivenza alla maleducazione sentimentale”, lo spettacolo della conduttrice e autrice Andrea Delogu, scritto con Alberto Caviglia e Rossella Rizzi per la regia di Enrico Zaccheo.

Il primo appuntamento è in programma per sabato 14 gennaio presso il Teatro Vignola di Polignano, alle ore 21, mentre ne seguirà un secondo ad Ostuni la sera successiva.

Andrea Delogu condivide con il pubblico il racconto della sua vita, scevro di filtri, remore e luoghi comuni. È un viaggio dalle tappe più variegate, dagli esiti meno scontati: perché non è detto che ogni esperienza appesantisca il bagaglio. Invece, esso ne risulta alleggerito e quasi sempre è questo ciò che serve. Ci si libera del superfluo, dei luoghi comuni e degli schemi troppo radicati, alla conquista della consapevole libertà di essere sé stessi.

In attesa dell’appuntamento di sabato a Polignano a Mare, Andrea Delogu ha condiviso con noi riflessioni, considerazioni su “40 e sto” e non solo, tra la maleducazione sentimentale e le consapevolezze che ci alleggeriscono. E che, forse, ci strappano anche una risata.

Andrea, per quanto riguarda l’atteso monologo che ti accingi nuovamente a portare in scena in Puglia, quanto hai attinto dalla tua vita privata, dalle tue esperienze personali e quanto dall’osservazione del contesto intorno a te, di storie e vite altrui?

“In realtà è davvero tutta la mia vita. Ho deciso di raccontarla proprio perché ho notato essere uguale a tantissime vite di persone che conosco. Questa cosa mi ha rassicurata, non mi sono sentita sola. Quando ti accadono delle cose difficili, complicate, sapere che tu non sia sola, che altre persone prima di te hanno affrontato e superato le stesse situazioni, ti fa sentire più forte. Proprio quando ho acquisito questa consapevolezza ho ribaltato la prospettiva da tragedia a commedia; così ho scelto di raccontare la mia vita, le mie esperienze.”

Le stesse situazioni che hai scoperto accomunare tante, tantissime persone, riguardano il periodo dei 40 a proseguire, oppure coinvolgono varie e diverse fasce d’età?

“In realtà anche tantissime persone, che mi seguono sui social, molto più giovani di me: venti, ventidue anni, una volta anche 18. Mi arrivano messaggi di ragazzi che si ritrovano, si riconoscono molto in ciò che scrivo e racconto. I legami affettivi cambiano nella nostra risposta, ma sono perlopiù sempre gli stessi.”

Il monologo è sottotitolato “Manuale di sopravvivenza alla maleducazione sentimentale”. Ma quanto è diffusa, dal tuo punto di vista, la maleducazione sentimentale?

“La maleducazione sentimentale è di tutti, anche nostra. Sì, perché ci crescono pensando delle cose obbligate. Così talvolta facciamo un po’ fatica a capire che dobbiamo avere il coraggio di essere liberi. La maleducazione sentimentale è su tutti noi.”

E quando ti è capitato di riconoscere ed affrontare la maleducazione sentimentale, come ti ha cambiata?

“Mi ha alleggerito. Sì, può sembrar strano ma affrontarla ti fa sentire meno appesantito da tante cose. Ti alleggerisce, per l’appunto.”

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