Confermato lo sciopero dei benzinai: ecco quali distributori potrebbero rimanere aperti

ROMA - “C'è un tavolo di confronto che terremo aperto in maniera continuativa finché non ci sarà un riordino del settore": ad assicurarlo il ministro Urso, ribadendo come non vi sia alcuna intenzione da parte dell'esecutivo di penalizzare o, ancora peggio, di colpevolizzare la categoria dei benzinai. Urso ha quindi parlato di "zone d'ombra che danneggiano coloro che lavorano in piena onestà”, vale a dire la stragrande maggioranza dei gestori.

“Revocate lo sciopero, è solo un danno per i cittadini”. A nulla è servito l’appello del ministro delle Imprese e del 'Made in Italy' ai benzinai: le principali associazioni di categoria hanno confermato la chiusura di 48 ore delle stazioni di servizio, compresi i self service.

Dopo l'ultimo incontro della settimana scorsa al ministero, conclusosi con un nulla di fatto, il ministro ha invitato le sigle di settore a prendere in considerazione le modifiche già apportate dal governo al decreto trasparenza sui prezzi dei carburanti, e a rinunciare a una decisione, quella dello sciopero, che avrebbe danneggiato solo i cittadini. Ma non ha funzionato.

A indire la mobilitazione Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che raccolgono circa il 70% dei 22mila distributori attivi in tutta Italia.

Lo stop scatta dalle 19 di oggi -24 gennaio- fino alla stessa ora del 26 gennaio sulla rete ordinaria. Stesse date per le autostrade, ma l'orario di riferimento sono le 22.

Lo sciopero coinvolge anche gli impianti self-service, mentre potrebbero restare aperti gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. Le sigle sindacali hanno anche parlato di "servizi minimi essenziali".

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