Femminicidio-suicidio di Trani, l’appello del Croas Puglia a tutte le donne: «Non chiudetevi in voi stesse»

BARI - La presenza del Servizio Sociale Professionale nelle scuole di ogni ordine e grado per prevenire la violenza e attuare un’azione mirata di contrasto al fenomeno. E poi un appello a tutte le donne: «Non chiudetevi in voi stesse, chiedete aiuto, rivolgetevi ai Servizi Sociali». 

Così Milena Matera, presidente del Croas Puglia, il consiglio regionale dell’ordine degli assistenti sociali, interviene sul femminicidio di Teresa Di Tondo, la 44enne educatrice di Trani impiegata a scuola nel servizio di assistenza specialistica, uccisa dal marito (poi suicida). 

«Siamo costernati di fronte a una tragica notizia che ha coinvolto una famiglia e siamo vicini al dolore della figlia testimone di questa tragedia – dice la presidente –. Per contrastare la violenza di genere è necessario promuovere azioni finalizzate al cambiamento non solo culturale ma anche sociale delle donne e degli uomini perché bisogna superare pregiudizi e modelli stereotipati dei ruoli maschili e femminili ancora troppo diffusi».

Milena Matera insiste su una battaglia che l’Ordine porta avanti da tempo: «Ancora una volta ribadisco l’importanza fondamentale di avere la presenza struttura del Servizio sociale professionale nelle scuole di ogni ordine e grado per contrastare sin dalle prime classi questo dilagante fenomeno che, ancora oggi, purtroppo non trova argini. Bisogna usare misure cautelari sin dai primi segni di violenza aiutare e sostenere le donne, ma le leggi non bastano. La violenza sulle donne è ancora una piaga culturale. Esistono molte forme di abuso e tutte possono avere gravi effetti sia fisici che emotivi». 

Importante è quindi cogliere i segnali: «Non bisogna esitare a chiedere aiuto e rivolgersi ai Servizi sociali di ogni comune, ai Servizi sociali dei consultori familiari, ai Servizi sociali di ogni servizio pubblico territoriale che insiste sul nostro territorio e che ha proprio queste finalità». 

Fondamentale è conoscere: «La raccolta dei dati è fondamentale per comprendere il fenomeno della violenza di genere e per attuare misure di prevenzione efficace. L’uguaglianza non è solo un valore, ma anche un diritto e per renderla efficace richiede l’impegno di tutti perché la violenza di genere riguarda tutta la comunità territoriale. La familiarità delle vittime con il loro aggressore è confermata anche dai report delle forze dell’ordine. L’aggressore è sempre un familiare molto vicino alla donna che subisce violenza quindi l’appello che noi facciamo come ordine è quello di non girare la testa, ma dare assistenza, conforto e infondere sicurezza a queste donne che molto spesso si chiudono in se stesse e non hanno la forza do chiedere aiuto. Noi assistenti sociali ci siamo, le nostre porte sono sempre aperte». 


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