L’Art d’Or di Marina Corazziari ospita al Barion Gabriella Genisi

LIVALCA - Avevo terminato il mio scritto del 26 ottobre dello scorso anno, dedicato alla scenografa e docente di Storia dell’Arte Marina Corazziari, più o meno in questo modo: “Nonostante abbia girato il mondo la Corazziari esibisce la famiglia, i ‘suoi gioielli di famiglia’, non certo perché vuol farla passare come pilastro della società, ma solo perché i ‘monili’ da sempre si tramandano fra i componenti il nucleo famigliare e le sue creazioni nascono proprio per essere una testimonianza di vita fra il passato e il futuro… quel futuro in cui non ci saremo fisicamente, ma ci sarà la nostra cultura ed arte ad attestarne il passaggio”.

Il testo, certamente per la notorietà dell’artista, ha destato interesse (ora dovrei dirvi che quando scendono in campo le ‘corazze’ il risultato è scontato, ma la verità è che alcuni tipi di corazza possono essere facilmente ‘violati‘ con una piccola dose di… dolcezza) per cui quando ho chiesto al direttore Ferri di potermi occupare nuovamente di una pregevole iniziativa della Corazziari mi ha risposto: ”Se lo ritieni ok, purché sia breve”.

La Corazziari ha ‘creato’a Bari - in via Melo, 188 - uno spazio contenitore in cui l’arte è un lavoro ispirato da cultura e bellezza, che si traduce in un appello rivolto a tutti coloro che sono portatori di nobili sentimenti, non per questo soggetti a schemi, liberi ed ortodossi.. In questa ‘fatica’ è coadiuvata dal fratello architetto Guido e da un creativo di nome Gian Piero Cozza.

Questo luogo, che si chiama ‘SPAZIO ART d’OR’, ha organizzato per giovedì 16 ottobre 2023 presso il Circolo Barion di Bari un incontro con quella che viene considerata una delle scrittrici italiane più popolari attualmente: Gabriella Genisi. La serata sarà introdotta proprio da Marina Corazziari che aprirà il dibattito sul volume della Genisi “Lo scammaro avvelenato e altre ricette” (Sonzogno 2022, p. 192, € 15,00), ultimo di una lunga serie della signora nata a Mola di Bari tre anni prima che Livalca si imbattesse in amiche di liceo, nate in quella cittadina il cui toponimo Mola deriva dal latino ‘mola’ (macina molitoria delle olive), che i ricordi fanno riaffiorare intelligenti, simpatiche, amanti della vita pulita e genuina, mentre per gli uomini rammemorare è difficile oserei dire che erano perfettamente in linea con il nostro modo di percepire ‘le teste di Mola’, nel senso più affettuoso e solidale possibile.

Lo scammaro è un termine napoletano che indica un piatto povero, magro: di solito pasta semicotta che viene fritta con olive, uvetta, pinoli, erbe aromatiche e acciughe senza servirsi di uova (ho provato a mangiarla tanti anni fa a Napoli, ma l’ho trovata troppo dolce, stucchevole, mentre trovo eccezionale la nostra pasta avanzata rimescolata in una gustosa frittata).

La Genisi ha ammesso candidamente che per il suo personaggio di Lolita Lobosco si è ispirata a Montalbano e, per non privarsi di niente per la serie televisiva, in onda in questo periodo su Rai1, il personaggio è interpretato dall’attrice Luisa Ranieri, moglie nella vita di quel Luca Zingaretti a tutti gli effetti commissario Montalbano. La Genisi ha pubblicato i suoi primi 8 volumi con protagonista il commissario Lobosco con la casa editrice Sonzogno, casa editrice che nel 2010 ha ceduto marchio e catalogo alla Marsilio editori, ed il primo aveva un titolo “La circonferenza delle arance” così originale da essere diventato profetico perché il ‘cerchio’ contenente le pubblicazioni si è allargato con scadenza annuale: i miei preferiti sono, oltre al primo, “Giallo ciliegia”, “Gioco pericoloso”, “Spaghetti all’Assassina” e “Dopo tanta nebbia”.

Pensate nel 2022 la Genisi ha scritto oltre il libro che si presenta il 16 febbraio, anche un altro, sempre per Sonzogno, dal titolo “Terrarossa”, ma, dal momento che aveva paura di essere dimenticata dai lettori, si è inventata la marescialla dei carabinieri “Chicca Lopez” dando alle stampe per Rizzoli due volumi “Pizzica amara” (2019) e “La regola di Santa Croce” (2021)… tranquillo Proietti grazie alla Chicca tornerà al giusto ricordo il tuo maresciallo Rocca.

Tornando al volume sullo ‘scammaro’ la Lobosco viene coinvolta in una difficile indagine che vede la sorella Carmela, proprietaria del noto Bed & Breakfast, indagata per omicidio colposo per l’avvelenamento di uno scrittore, di cui aveva subito il fascino, e per cui aveva preparato uno ‘scammaro’ con peperoni secondo la ricetta di nonna Dolò. Il dramma consiste nel fatto che il lettore abituale, che di solito si nutre di ‘parole’, viene provocato a tal punto da focaccia, parmigiana e panzerotti fritti che, in preda a crisi di astinenza prova a togliersi tutti gli ‘sfizi- capricci’ repressi sull’altare della salute conservata anta-anta (chi scrive ha corrotto il genero Checco, con facilità dato l’argomento, mandandolo a comprare i panzerotti da Bettina, dopo telefonata preavviso, e ritengo sia il ‘libro’ più ‘gustoso’ della scrittrice molese, che non finiremo mai di ringraziare per le meravigliose immagini di Bari, Monopoli e la Puglia che lei cita e che la serie televisiva a lei dedicata stanno irradiando per tutta la penisola).

Moderatrice della serata Viviana Miccolis, conduttrice TV e di eventi di particolare rilievo, nonché autrice di format TV e collaboratrice di Media TV che curerà le riprese della serata.

Il compito di dialogare con la Genisi è stato affidato all’editorialista e saggista Antonio V. Gelormini che, grazie alla sua riconosciuta esperienza in campo turistico- alberghiero, potrà dare preziosi consigli e magari anche qualche ‘dritta’ alla sorella Carmela della Lobosco-Genisi, in modo da far prosperare gli affari del B&B barese. Gelormini lo scorso anno ha pubblicato per Gelsorosso un prezioso libro dal titolo “EPISCOPIUS TROIANUS. Il taccuino di Troia” che ben fa sperare per l’andamento di una serata ad elevato valore culturale, tenuto conto che sono attesi come ospiti il ‘Team WeAreInBari’, autentici specialisti di foto e video su Bari e Bat.

Pensate Gelormini ci narra della nostra splendida cittadina di Troia, nell’entroterra dauno, e del Palazzo Vescovile, senza dimenticare che fa presente che preziosi volumi sono emigrati, non è chiaro quanto volutamente, verso più importanti, almeno sulla carta, luoghi del sapere (secondo coloro che sanno un libro prezioso non si chiude mai, neanche quando hai finito di leggerlo, ed inoltre una libreria o biblioteca non andrebbe mai trasferita o venduta: il luogo in cui ha vissuto è storia). Non vorrei aver in qualche modo attentato alla serenità della Genisi avendo precisato i titoli dei libri che hanno catturato la mia attenzione, per cui recito il ‘mea culpa’ puntualizzando che apprezzo l’uva nera “Uva noir”, non disdegno ma evito il “Mare nero” e, spesso, anch’io sconfino nei “Quattro cantoni”.

Consiglio non richiesto: eviterei di cenare con uno ‘scammaro’ e propenderei per orecchiette e rape, nero di Troia e gelato di Mola di Bari…

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