Laboratori analisi, Casili: “Condividiamo le preoccupazioni dei lavoratori. Supporteremo tutte le iniziative della sottocommissione per tutelare le realtà esistenti"

BARI - “Non possiamo non condividere le preoccupazioni dei professionisti come biologi, tecnici, infermieri, che lavorano nei laboratori analisi pugliesi. Siamo al loro fianco e siamo stati tra i primi a chiedere alla Regione di tutelare la rete dei laboratori che offre un servizio indispensabile per i territori. Voglio ringraziare i colleghi della sottocommissione che si sta occupando della questione e assicurare il massimo supporto nell’intraprendere tutte le opportune iniziative per la tutela delle realtà esistenti”. Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili.

“Non possiamo permettere che le multinazionali abbiano la meglio e inglobino realtà territoriali di assoluta eccellenza, con il rischio di perdere centinaia di laboratori in tutta la regione e di conseguenza migliaia di posti di lavoro. La politica regionale sta dando un segnale chiaro, senza distinzioni tra partiti: i laboratori non si possono ridurre a punti prelievo. La volontà comune è attenersi alla delibera regionale 736 del 2017, che aveva previsto che per aggregarsi e raggiungere le 200.000 prestazioni annue, i laboratori potessero scegliere tra il modello di rete A e i modelli B1 e B2, come avvenuto in altre Regioni, ad esempio il Veneto. Non è possibile obbligare adesso i laboratori a passare al modello B, ovvero un solo HUB e tanti diversi punti prelievo, in cui sicuramente non verrebbero ricollocati i lavoratori attualmente impiegati. Dispiace che gli uffici regionali abbiano deciso in autonomia di non costituirsi in giudizio contro la decisione del Governo di impugnare l’art. 23 della legge regionale 30/2022, con cui la Regione aveva chiarito che la soglia di produttività delle 200.000 prestazioni annue necessarie per mantenere l’accreditamento, fosse riferita alla rete complessiva e non alla singola struttura. Ora si stanno cercando altre soluzioni, in linea anche con quanto fatto da altre Regioni. L’art. 23 era stato approvato all’unanimità e sono certo che la stessa unanimità ci sarà per qualunque intervento si ritenga necessario portare in Consiglio. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: offrire un servizio indispensabile per il diritto alla salute e non cedere all’attacco delle multinazionali”.

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