Libri: Glenda Picaro e Cristiana Gucciardo: "Che cos’è un papà?"

LIVALCA - Appena avuto fra le mani il volume di Glenda Picaro e Cristiana Gucciardo dal titolo perentorio “Che cos’è un papà?”, dopo un attimo di piacevole smarrimento che mi ha fatto accertare di essere nonno per fortuna (…una frase di un anonimo non intelligente, ma efficiente recita: «Quando tutti ti hanno detto no, tu chiedilo ai nonni») il mio consueto volo pindarico mi ha portato a confrontarmi con il filosofo greco Democrito, la cui presunta data di nascita si fa risalire al 460 a.C.

Il filosofo famoso per le dottrine atomistiche nato nell’antica città della Tracia di nome Abdera (luogo che ha dato i natali anche ai filosofi Protagora e Anassarco) ci ha lasciato una frase: «La saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli» fatta seguire da una considerazione che è anche una regola di vita che noi spesso dimentichiamo: «E’ preferibile una vita oscura e povera in una democrazia ad una vita ricca, ma non libera, sotto un regime dispotico». Che Democrito 2500 anni fa si ponesse il problema della libertà dovrebbe far riflettere le nostre autrici su quanto siano fortunate ad essere nate in un Paese in cui si può scrivere ed illustrare un libro senza che nessuno abbia da obiettare alcunché.

“Che cos’è un papà?” è un libro ( Edizioni Theoria s.r.l., illustrato, cartonato, 32 pagine, 2023, € 12,90) dedicato ai bambini dai 6 anni in poi che ha uno scopo ben preciso, evidenziato in ultima di copertina: «Cris non ha un papà ma non si sente diversa, perché è riuscita a ritrovarlo dentro di sé. Una storia di coraggio, sulla ricerca interiore e sull’amore in tutte le sue forme».

Glenda Picaro, che non dimentichiamo è una valente cantautrice in attesa che Amedeo Umberto Rita Sebastiani si decida a darle una possibilità in modo da poter trasformare una forte passione in un lavoro continuativo, con una brevissima storia ci racconta di come la piccola Cris, che non ha conosciuto il padre, si sia creata un genitore da portare sempre all’interno del suo cuore. In questo percorso Glenda è assecondata da un provetto illustratore, Cristiana Gucciardo, che rende ogni immagine parlante e stimolante per i piccoli cui i genitori, i nonni o gli zii regaleranno il libro.

Il messaggio del libro, però, è più globale e comprende quell’amore che faceva affermare a Wilde: «L’amore è alimentato dall’immaginazione, per cui diventiamo più saggi di quanto sappiamo, migliori di quanto sentiamo, più nobili di quanto siamo»; in un momento storico in cui la guerra e la morte sono diventati un gioco in cui ognuno fa sfoggio della propria potenza, tesa ad umiliare coscienze e dignità di vita… un libro che parla d’amore non è un rimedio, ma un invito a credere che tutti siamo migliori di quanto vogliamo apparire.

A questo punto molti, giustamente, si saranno chiesti se non ho peccato di poca lungimiranza all’inizio riportando una frase di Democrito in cui si esaltava l’importanza dei padri, tenuto conto che il libro di Glenda e Cristiana ha lo scopo di non far sentire privo di guida paterna un bambino ‘solo’.

Qualora possa servire ci tengo a precisare che i padri devono esserci sempre per i figli e, per avvalorare questa tesi, non a caso, riporterò un pensiero di uno scrittore russo nato a Mosca nel 1821 e morto a Pietroburgo nel 1881, uno che nel 1849, condannato a morte con altri compagni, fu graziato dalla zar Nicola I quando era già davanti al plotone d’esecuzione: Dostoevskij.

«Colui che genera un figlio non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se ne rende merito» questo il pensiero di colui che ha scritto “L’idiota” e nessuno più della piccola Cris può intuirne la portata.

«Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre» Gabriel Garcia Marquez: sperimentatelo è la cosa più ovvia del mondo e, quindi, incredibilmente vera.

Ora dovrei dirvi qualcosa della casa editrice Theoria che pubblica tra Santarcangelo di Romagna e Rimini: luoghi fantastici dove vi sono aziende grafiche fiori all’occhiello della nostra capacità imprenditoriale, ma è una battaglia che ho perso già quando invitavo gli editori pugliesi a stampare in loco. Evidentemente la globalizzazione richiede ciò e fa niente se sono convinto che i nostri figli e nipoti pagheranno questa ‘insensibilità’. Marco Bellocchio in un suo film del 1967 ci diceva che… era vicina, io mi limito a rilevare che sono fra noi e presto noi staremo…

A Glenda Picaro e Cristiana Gucciardo posso dire una semplice cosa, che probabilmente capiranno quando vivranno l’evento in prima persona: Sei il papà migliore del mondo, ma sempre… dopo la mamma.

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