VITTORIO POLITO - San Nicola, com’è noto, è uno dei santi più popolari del
mondo cristiano è conosciuto in tutto il mondo e il culto a lui dedicato è il più
esteso dopo quello della Madonna.
Padre Gerardo Cioffari O.P., eccellente storico della Basilica barese, scrive
nel portale: «San Nicola di Myra viene detto anche di Bari, perché in questa
città fu portato e rimane conservato il suo corpo. Nel 1087, circa 62 marinai si
impossessarono delle sue reliquie e lo trasportarono a Bari, dove giunsero il
9 maggio, con indescrivibile esultanza della popolazione. I marinai
consegnarono il corpo al benedettino Elia, abate di San Benedetto, il quale
edificò sul posto la Basilica del santo. Il santo vescovo Nicola è molto
venerato in tutto il mondo cattolico e ortodosso e specialmente in Russia
dove, come a Bari, oltre alla festa universale del 6 dicembre c’è anche quella
del 9 maggio a memoria della traslazione delle reliquie. La maestosa
Basilica, a lui dedicata, è ancora oggi meta di numerosi pellegrinaggi che
testimoniano l’affetto profondo della gente nei confronti di questo grande
uomo di Dio.»
Pare che a Bari il culto a Lui dedicato fu ampiamente diffuso ancor prima
della traslazione, come si legge nella tesi di laurea in “Agiografia” di Piero
Ladisa con il titolo di “Nicola di Myra: un culto euromediterraneo tra storia e
agiografia”, discussa con la prof.ssa Ada Campione.
Del suo nome e dei prodigi innumerevoli a lui attribuiti, mentre era ancora in
vita e ‘post mortem’, sono piene le cronache. Copiosa menzione ne fanno poi
leggende, racconti, biografie e monumenti insigni di letteratura e d’arte,
ispirati tutti alla figura di Santo Taumaturgo.
Il legame tra la popolazione barese e Nicola - scrive Ladisa - subì un notevole
impulso grazie agli avvenimenti della traslazione. Il Santo che venne
sradicato dal suo mondo e dalla sua terra nella quale era stato vescovo, da
San Nicola di Myra diventò San Nicola di Bari, a sancire un vincolo profondo
e inscindibile con la città. Beniamino da Tudela, un ebreo spagnolo pellegrino
in Palestina poco dopo la metà del XI secolo, annotò sul proprio diario di
viaggio di essere passato per ‘Colo’ (= Nicola) di Bari. Così come, nella
stessa epoca, alcuni cronisti francesi definivano Bari ‘come porto di San
Nicola’. A partire dalla fine del XI secolo, in concomitanza con la costruzione
della cripta, consacrata nel 1089 da Papa Urbano II, e dello svolgimento di
un importante concilio indetto a Bari nel 1098 dallo stesso papa, la città
diventò meta di un pellegrinaggio internazionale, e nel passare dei secoli, fu
visitata da papi, santi, crociati, imperatori, re, regine, gente di alto rango e di
umili origini. Bari diventò una tappa obbligatoria nell’itinerario che i pellegrini
percorrevano abitualmente visitando Santiago de Compostela, Roma, Monte
Sant’Angelo prima di approdare in Terra Santa: Il santuario barese entrò nel
flusso dei grandi pellegrinaggi europei, diventando un punto cruciale per
cristiani e non.
«San Nicola e la sua basilica hanno avuto e continuano ad avere una
notevole incidenza sulle dinamiche cittadine dal punto di vista ecumenico,
culturale, religioso, civile, politico e persino sportivo: basti pensare allo stadio
barese, dove dal 1990 si giocano le partite della squadra del Bari-Calcio,
intitolato proprio a San Nicola. Un legame, quello tra la città di Bari e San
Nicola, che emerge prepotentemente durante le celebrazioni che si svolgono
nei mesi di maggio e dicembre.»
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