Bari, terminato il percorso di co-progettazione con i residenti di Japigia per la gestione dell’immobile del giardino di via Siponto

BARI - Sono terminati oggi gli incontri promossi dall’assessorato comunale al Welfare con i cittadini, le associazioni e realtà del territorio per individuare, a partire dalle criticità, le potenzialità, i bisogni e desideri dei residenti interessati a vivere e animare l’immobile di proprietà comunale all’interno del giardino di via Siponto, a Japigia, bersaglio di ripetuti atti vandalici negli ultimi anni

All'incontro hanno partecipato diversi cittadini, volontari di parrocchie e commercianti del quartiere che hanno avanzato numerose proposte a breve, medio e lungo termine relative sia ad aspetti strutturali sia sociali, educativi e culturali.

Al termine della mattinata è stato redatto un documento che sarà inviato ai diversi enti competenti rispetto alle richieste effettuate ed elaborato un programma di massima delle attività che i cittadini hanno proposto: dai laboratori sociali, culturali, educativi e sportivi (sartoria, movimento, palestra della mente, orti sociali, cucina) per anziani, adolescenti, famiglie e ragazzi, a uno spazio dedicato a biblioteca, lettura ed eventi culturali.

Nel corso della discussione sono emerse richieste legate a una maggiore cura del verde del giardino, alla realizzazione di spazi ludici e sportivi attrezzati, a una maggiore sorveglianza e all’installazione di dissuasori che interdicano l’accesso di auto e moto all’area.

L’inaugurazione dell’area verde e dell’immobile riqualificato, organizzata dall’assessorato al Welfare in collaborazione con i cittadini, si terrà nel mese di marzo al termine degli interventi di pulizia e manutenzione.

“Progettare politiche dal basso, ripensare i luoghi a partire dalle comunità che li vivono e attraversano credo sia una delle sfide più interessanti della politica sociale, urbana, economica di una città - commenta l’assessora al Welfare Francesca Bottalico -. È stato complesso e al tempo stesso straordinario trasformare le delusioni, il senso di abbandono spesso vissuto in alcune periferie in energia e forza propositiva e di partecipazione. Tanti sono i cittadini e le cittadine con i quali oggi ci siamo confrontati per costruire un’ipotesi di lavoro che risponda alla volontà di ciascuno di impegnarsi in base alle proprie competenze e disponibilità per prenderci cura dello spazio e del futuro. Si tratta di una nuova opportunità per investire sul capitale sociale e sul welfare di comunità attivando presidi di “sicurezza” attraverso la cultura, la formazione e la partecipazione piuttosto che con la repressione”.

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