Ex Ilva, Galante (M5S): "Abbiamo solo limitato i danni. Ora servono strumenti per salute e ambiente"

BARI - Oggi, nella Commissione Ambiente della Camera, si sono svolte le audizioni sulla riapertura dell'Altoforno 1 dell'ex Ilva di Taranto, una questione che continua a suscitare profonde preoccupazioni per la salute e l’ambiente nella città pugliese. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Marco Galante, ha criticato apertamente le modalità con cui è stata inaugurata la riattivazione dell’altoforno, considerandola una mancanza di rispetto verso Taranto e i suoi abitanti.

Una cerimonia controversa

“La cerimonia in grande stile per la riapertura dell’Altoforno 1 è stata una mancanza di rispetto per la città di Taranto,” ha dichiarato Galante, “oltre che una presa in giro per convincere i possibili acquirenti, dal momento che tra pochi mesi l’altoforno dovrà fermarsi nuovamente per interventi al crogiolo.” Secondo Galante, l’evento è sembrato più una manovra per attrarre investitori che un reale impegno verso la risoluzione dei problemi ambientali e sanitari legati all’acciaieria.

Tetti emissivi e preoccupazioni sanitarie

Nonostante le emissioni di polveri sottili siano risultate entro i limiti stabiliti dall'ARPA nelle recenti rilevazioni, per Galante ciò non è sufficiente a garantire la sicurezza dei cittadini, dati i preoccupanti risultati epidemiologici della zona. “I dati epidemiologici non possono assolutamente farci stare tranquilli,” ha sottolineato il deputato, evidenziando l'urgenza di misure più concrete per la tutela della salute.

La necessità di una valutazione di impatto sanitario

Recentemente è stata avviata l'istruttoria per il riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), che, per la prima volta, includerà una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS). “È un passo importante, ma resta il fatto che la produzione prevista per il prossimo futuro, compresa tra 6 e 8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, presenta un rischio significativo per la salute pubblica,” ha proseguito Galante, esprimendo preoccupazione per l’assenza, in questa procedura, di un progetto concreto di decarbonizzazione.

L'urgenza di un piano di decarbonizzazione

Per Galante, senza un piano di decarbonizzazione e riconversione industriale, non c'è futuro per Taranto: “Siamo preoccupati perché il progetto di decarbonizzazione non è ancora stato presentato, mancando tuttora un piano industriale chiaro. Probabilmente l’Ilva andava chiusa già nel 2012, ma è mancato il coraggio di farlo.” Secondo il capogruppo M5S, le scelte politiche adottate nel tempo hanno rappresentato solo soluzioni temporanee, mirate a “campare” senza una vera risoluzione dei rischi per l’ambiente e la salute.

"Abbiamo fallito come politica"

Galante ha infine evidenziato come le istituzioni abbiano fallito nel difendere, simultaneamente, i diritti al lavoro, all'ambiente e alla salute dei cittadini di Taranto. “In altre zone d’Italia si è scelta la strada del cambiamento, ma a Taranto si è solo cercato di limitare i danni. Ora servono garanzie precise e strumenti nuovi per la tutela della salute,” ha dichiarato, concludendo che la politica è tenuta a chiedere scusa ai cittadini.