Bari, una messa per ricordare i senzatetto morti per strada


BARI - Infreddoliti ma sorridenti, seduti nei banchi della chiesa del Gesù nel borgo antico di Bari, con il volto sereno e le mani strette attorno a gerbere rosse. Ieri mattina, la comunità di Sant’Egidio ha dedicato un momento di preghiera a chi ha vissuto senza una casa e, avvolto nell’indifferenza, è morto su un marciapiede o una panchina.

Un ricordo per chi non c’è più

La celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, è stata un’occasione per ricordare “i nostri amici di strada che sono morti”, come ha spiegato Giuseppe Gabrielli, volontario della Comunità di Sant’Egidio.

Nel corso della funzione, una volontaria ha voluto fare memoria di Deljia, un uomo di origini jugoslave morto alla vigilia di Natale di 27 anni fa, il primo senzatetto incontrato dai volontari in città. “Deljia viveva in una baracca nel quartiere Libertà. Quando lo abbiamo conosciuto nel 1997, la sua casa era stata bruciata e lui picchiato da un gruppo di adolescenti. Gli siamo stati vicino fino al dicembre dell’anno successivo, quando è morto per un malore improvviso”.

Una lista lunga 75 nomi

Durante la celebrazione, sono stati letti i nomi di 75 senzatetto morti negli ultimi 25 anni a Bari. “Dietro ogni nome c’è una storia, una vita che abbiamo conosciuto e provato ad aiutare – ha sottolineato Gabrielli – La vita di strada è dura e il nostro compito è offrire ascolto, sostegno e consolazione a chi non ha più un tetto sulla testa”.

Un pranzo per condividere e sperare

Dopo la messa, volontari, senzatetto e l’arcivescovo hanno pranzato insieme, trasformando un momento di ricordo in una giornata di speranza e solidarietà. “È stata una festa, un’occasione di gioia per chi è abituato a vivere nella solitudine”, ha concluso Gabrielli.

Un piccolo segno, in una città che cerca di non dimenticare chi non ha più nulla.